L’eolico offshore punta alla grid parity, inizia l’Era zero incentivi

I prezzi dell’energia eolica offshore in Europa sono diminuiti del 50% in due anni. La competitività con le altre fonti può essere raggiunta in 10 anni

 

L'eolico offshore grid parity

 

Come raggiungere la grid parity nell’eolico offshore

(Rinnovabili.it) – L’eolico offshore europeo ha intrapreso la strada verso la grid parity. In soli due anni i prezzi dell’energia si sono dimezzati raggiungendo livelli storici per il Vecchio Continente. Ne ha dato prova l’Olanda quando a fine dello scorso anno ha chiuso un’asta con un’offerta di appena 54,50 euro a MWh, circa 18 euro in meno rispetto il prezzo pattuito per un progetto in mare aperto appena cinque mesi prima. E l’ha ribadito la Danimarca che a novembre 2016 aveva stabilito un record mondiale grazie ad un’offerta vincente di 49.90 euro per MWh.

 

Trend che, per gli analisti di McKinsey, potrebbero portare l’eolico offshore ad essere competitivo con le altre fonti energetiche nell’arco di un decennio. Il pronostico si allinea alle previsioni di uno dei maggiori protagonisti del settore: il governo olandese stima che entro il 2026 i progetti in mare aperto non avranno bisogno più di alcun sussidio. Ma i primi segnali di grid parity sono evidenti fin da oggi come dimostra la Germania: l’asta tenutasi ad aprile 2017 non solo ha battuto il record danese ma è stata vinta da offerte pari al prezzo all’ingrosso dell’elettricità 44 euro al MWh, rinunciando agli incentivi statali.

 

>>Leggi anche: Eolico offshore senza incentivi per la prima asta della Germania <<

 

Vanno fatti i giusti chiarimenti, spiega la società d’analisi “questi sono i prezzi e non i costi effettivi. Fino a quando i parchi non saranno costruiti e in esecuzione, è impossibile sapere se possono essere redditizi a questi prezzi”. La tecnologia richiede ancora investimenti elevati: il costo livellato dell’energia elettrica (o LCOE, una metrica che incorpora costi di esercizio totali e produzione prevista) per un impianto in mare aperto è di circa 120- 130 per MWh, ossia circa il 40 per cento in più rispetto all’onshore e il 20 per cento più del fotovoltaico. Ma la fiducia nel mercato rimane comunque alta dal momento che “le aziende non sarebbero così ferocemente in competizione se non pensassero che possa essere remunerativo”.

 

 

A partire dai dati attuali la McKinsey ha elaborato alcune proiezioni sul futuro a breve termine dell’eolico offshore, individuando i settori in cui è possibile agire per ridurre i costi. Dai miglioramenti tecnologici alla standardizzazione dei componenti, dagli strumenti del procurement excellence a una conoscenza approfondita per gli investitori del profilo di rischio reale. Questa combinazione di fattori potrebbe portare a progetti nel 2020 con costi fino al 68 percento più bassi di quelli del 2010.

 

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