Cresce la popolazione urbana, a rischio le risorse naturali

Il nuovo rapporto dell’UNEP segnala che entro il 2050 2,5 miliardi di persone migreranno verso le città: servono accorgimenti per salvare le risorse naturali

risorse naturali

 

Il tema delle risorse naturali diventerà scottante entro il 2050

 

(Rinnovabili.it) – Altri due miliardi e mezzo di persone si sposteranno nelle città entro il 2050, portando la percentuale mondiale dal 54% del 2015 al 66%. In sostanza, due terzi della popolazione vivrà nei centri urbani alla metà del secolo, e questo comporta una serie di potenziali effetti disastrosi sulle risorse naturali. Lo annuncia il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), che nel suo ultimo rapporto prova ad immaginare strategie sostenibili per fronteggiare questi possenti mutamenti sociali.

L’UNEP prevede che il consumo di materiali per la costruzione e l’allargamento dei centri abitati “crescerà ancor più velocemente, presentando un’enorme sfida di fronte alle scarse risorse e all’intensificarsi dei problemi ambientali, tra cui l’inquinamento e il cambiamento climatico”.

Occorrono nuove strategie, spiegano gli esperti, per accogliere questi flussi, allo scopo di evitare impatti irreversibili per la natura e per l’uomo. Ogni anno le risorse che la Terra è in grado di rigenerare da sola si esauriscono sempre prima: il 2 agosto scorso, ad esempio, il cosiddetto Overshoot Day è stato raggiunto il 2 agosto (era l’8 agosto nel 2016, il 13 agosto nel 2015, il 19 nel 2014 , il 20 nel 2013, il 22 nel 2012, il 27 settembre nel 2011, il 21 agosto nel 2010 e il 25 settembre 2009). Per soddisfare i consumi globali al ritmo attuale ci sarebbe bisogno di 1,7 pianeti.

 

>> Leggi anche: Il 2 agosto l’umanità ha esaurito le risorse del pianeta <<

 

Lo studio delle Nazioni Unite indica che più di un terzo della crescita urbana dovrebbe riguardare India (404 milioni di nuovi abitanti delle città), Cina (292 milioni) e Nigeria (212 milioni). Luoghi dove la bomba sociale è già oggi pronta a detonare, fra inquinamento dell’aria e dell’acqua, condizioni igienico sanitarie oltre l’accettabilità, povertà estrema. Lo sfruttamento del territorio, se proseguirà l’attuale crescita del 2% annuo, passerà da un milione di chilometri quadrati a 2,5 milioni nel 2050. Il rischio è che si impieghino più risorse di quanto il nostro pianeta possa rigenerare, con effetti su agricoltura, energia, industria e trasporti.

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