ECHA: bandire le microplastiche anche in agricoltura

L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha concluso l’indagine sulle microplastiche “intenzionalmente aggiunte” ai prodotti, proponendo un divieto su cosmetici, detergenti e fertilizzanti agricoli

microplastiche in agricoltura

 

Il settore agricolo europeo è uno dei più grandi utilizzatori di microplastiche

(Rinnovabili.it) – L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ECHA ha presentato oggi a Bruxelles le sue proposte di divieto per le microplastiche, suggerendone la messa al bando entro il 2020 in prodotti quali cosmetici, detergenti e fertilizzanti. Il documento di parere segue la richiesta, avanzata dalla Commissione Europea, di esaminare “l’uso intenzionale” di queste particelle nei diversi settori di mercato e la necessità di limitare tale utilizzo.

Dal lancio dell’European Strategy for Plastics in a Circular Economy, l’esecutivo UE sta cercando di mettere in piedi una serie di strumenti normativi e non con cui ridurre l’inquinamento da plastica. Molte attenzioni della strategia sono riservate alle microplastiche di cui è stata ormai dimostrata la presenza anche nella catena alimentare umana. La Commissione europea stima che tra le 70.000 e le 200.000 tonnellate di queste minuscole particelle polimeriche entrino nell’ambiente ogni anno, con effetti sugli ecosistemi marini ancora tutti da indagare.

 

In questo contesto l’ECHA ha raccolto informazioni per determinare se gli usi intenzionali delle microplastiche usi comportino un rischio su scala europea e quali possano essere gli impatti socioeconomici di una qualsiasi potenziale restrizione. Secondo l’Agenzia il divieto di aggiungere deliberatamente micro particelle plastiche a prodotti come cosmetici, detergenti e fertilizzanti agricoli dovrebbe entrare in vigore a livello comunitario entro il 2020, escludendo tuttavia dal divieto medicine e vernici.

L’obiettivo è di evitare che quasi 30.000 tonnellate di microplastiche finiscano in natura in un anno”, ha spiegato il portavoce dell’ECHA Matti Vainio in una conferenza a Helsinki. alla presenza vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen.

 

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E se la necessità di vietare le microbeds cosmetiche è ormai un argomento di dominio pubblico, meno conosciuto è forse il ruolo delle piccole plastiche fossili nel settore agricolo“È stata una sorpresa per noi scoprire che l’agricoltura sia il più grande utilizzatore di microplastiche”, ha aggiunto Vainio. A cosa servono in questo settore? A incapsulare fertilizzanti che devono essere rilasciati lentamente nel terreno. Sempre da stime dell’esecutivo UE si evince che in Europa siano impiegate fino a circa 8.000 tonnellate di polimeri nei fertilizzanti a lenta cessione.

 

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