Nessuna intesa su batterie al piombo: i documenti Cobat smentiscono le accuse

I consorzi Cobat e Cobat RIPA fanno chiarezza sull’ispezione dell’Antitrust, smentendo il proprio coinvolgimento in una presunta ‘intesa restrittiva della concorrenza’ nel settore del recupero batterie

batterie al piombo
Credit: James Wang (CC BY 2.0)

 

Cobat e Cobat RIPA, a seguito di visita ispettiva dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ritengono doveroso fare chiarezza e smentire il proprio coinvolgimento in una presunta intesa restrittiva della concorrenza nel settore del recupero delle batterie per veicoli e industriali esauste. L’accertamento ispettivo dell’AGCM, che allo stato si è concretizzato in ispezioni delle sedi di Cobat, Cobat RIPA e di alcuni soci dei consorzi, scaturisce dalla denuncia di un competitor di Cobat che ha, evidentemente, interesse a minare la reputazione, l’immagine e la posizione sul mercato di Cobat e di Cobat RIPA a proprio vantaggio.

 

Una vicenda paradossale per Cobat che, non solo è perfettamente in linea con la compliance Antitrust, ma si è dotato anche di meccanismi e certificazioni (ultima la ISO 27001) volti a prevenire qualsivoglia rischio di incorrere in attività illegali riguardanti non solo l’ambiente, ma anche la società e il mercato.

Inoltre, Cobat RIPA, primo tra tutti i consorzi che si occupano della filiera, ha approvato un nuovo statuto che oltre a far proprie le più recenti prescrizioni, rende impossibile nel suo seno – grazie al nuovo assetto consortile – anche solo ipotetico accordo tra produttori e riciclatori, volto alla distorsione del mercato.

 

Per fare la massima chiarezza su quanto accaduto il consorzio ha reso pubblici i fatti che hanno portato a questo procedimento dell’Autorità. “Si è appreso – così la vicenda ci è stata ricostruita – che oltre un anno fa, nel dicembre 2018, un nostro competitor si è presentato, con il premeditato intento di danneggiare Cobat e Cobat RIPA, presso un impianto di riciclo e, con un registratore nascosto, ha manipolato e decontestualizzato, nell’ambito di una normale dialettica commerciale, le frasi di un rappresentante del suddetto impianto che ha espresso in maniera iperbolica, millantando un potere che non ha, il suo disinteresse per la loro offerta commerciale. Per massima chiarezza, l’interlocutore del nostro competitor non ha alcuna carica e o funzione in seno a Cobat e Cobat RIPA”.

 

Si ipotizza che i riciclatori e produttori integrati abbiano concordato, in seno agli organi consortili di Cobat RIPA e Cobat, l’acquisto degli accumulatori al piombo esausti, per veicoli e industriali, raccolti dal sistema Cobat RIPA e Cobat e dagli altri sistemi di raccolta nazionali. Cobat e Cobat RIPA hanno già risposto a tutte le domande dell’Antistrust e hanno collaborato attivamente nel fornire tutta la documentazione relativa alle batterie al piombo esauste, che dimostra (almeno da parte degli stessi) la totale insussistenza del presunto accordo. Certi della serietà e della competenza dei funzionari dell’Antitrust, Cobat e Cobat RIPA sono fiduciosi in rapido e positivo esito del procedimento, che si concluderà, comunque, entro marzo 2021. Cobat e Cobat RIPA ribadiscono, come sicuramente verrà accertato alla chiusura del procedimento, l’assoluta infondatezza della denuncia del competitor nei loro confronti. Tale competitor ha strumentalizzato informazioni e testimonianze raccolte per sostenere una tesi volta unicamente a danneggiare Cobat e Cobat RIPA che si riservano, quindi, ogni più ampia azione a loro tutela.

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