Con Synpol la bioplastica che viene dai rifiuti

Un progetto finanzato dall’Europa sta studiando come, recuperando preziose sostanze dai rifiuti, si può riuscire a creare biopolimeri, meteriale base delle plastiche biologiche

(Rinnovabili.it) – Estrarre materiali dai rifiuti per produrre nuove bioplastiche. Ad oggi sono numerosi i processi che permettono di recuperare parte degli RSU, i Rifiuti Solidi Urbani, dei residui agricoli e dei fanghi di depurazione soprattutto se si tratta di recuperare carbonio facilmente riutilizzabile. Recuperando il carbonio oltre a fare del bene all’ambiente si ottiene un prodotto di alto valore che rappresenta la base di realizzazione di materiali ad alto valore commerciale, tra cui biomateriali, bioplastiche e polimeri.

Partendo da questi processi il progetto Synpol, (biopolimeri da fermentazione syngas), finanziato nell’ambito del tema europeo “Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie” del 7° programma quadro dell’Ue che sta sviluppando una piattaforma di trattamento dei rifiuti che tratta e ricicla derivati biologici e chimici dei rifiuti oltre che le materie prime in un unico processo integrato. I prodotti derivati ​​dalla fermentazione del syngas (gas di sintesi) generato dai rifiuti urbani, agricoli e che provengono dal trattamento dell’acqua saranno utilizzati per sviluppare nuovi biopolimeri. “I due vantaggi principali del progetto Synpol sono che i flussi di rifiuti utilizzati per la produzione di gas di sintesi non entrano mai in competizione con la catena di valore del cibo, come succede nella produzione di biodiesel, e che il nostro prodotto finale, la bioplastica prodotta da batteri, sarà al 100 per cento biodegradabile” ha commentato il dottor Oliver Drzyzga, responsabile del progetto del Centro di Ricerca Biologica di Madrid (CIB), parte dello Spanish National Research Council (CSIC).

Il team del progetto Synpol ha affermato che l’applicazione di questo approccio biotecnologico non va esclusivamente a beneficio della gestione ambientale dei rifiuti terrestri, ma aiuta anche nella riduzione dell’impatto ambientale negativo legato alla produzione e alla commercializzazione di prodotti in plastiche derivate dal petrolio

“Più di 25 milioni di tonnellate di materie plastiche vengono eliminate ogni anno nelle discariche dell’UE o direttamente nell’ambiente, che rappresentano un enorme onere ambientale” dice il professor José Luis García López, coordinatore del progetto e ricercatore. “Quindi, vi è una forte necessità e urgenza di processi alternativi per affrontare lo sviluppo e l’applicazione di biotecnologie industriali per la conversione dei rifiuti in prodotti biologici sostenibili e convenienti come i nuovi biopolimeri”.

 

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