Brexit, linea dura di Bruxelles su ambiente e clima

Il parlamento europeo prepara una risoluzione per i futuri negoziati in cui i temi ambientali potrebbero diventare delle vere e proprie linee rosse

Brexit, linea dura di Bruxelles su ambiente e clima

 

(Rinnovabili.it) – Mentre la premier britannica Theresa May innescava l’articolo 50 dando ufficialmente il via all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, il parlamento di Bruxelles stilava un documento in 11 punti con le linee guida per i negoziati, che saranno fissate definitivamente il 29 aprile dal Consiglio europeo. Nella bozza di risoluzione sulla Brexit si legge che “ogni futuro accordo tra l’Unione Europea e il Regno Unito è condizionato al rispetto degli standard previsti dalla legislazione e dalle politiche UE, tra gli altri nei campi dell’ambiente e dei cambiamenti climatici”.

L’adozione, all’interno dell’ordinamento della Gran Bretagna, di disposizioni comunitarie come le direttive Habitat e Uccelli, è da mesi considerata particolarmente a rischio. Ma in ballo ci sono anche altre norme, tra cui quelle relative alla qualità dell’aria.

 

La bozza di risoluzione è frutto dell’elaborazione condivisa tra i diversi gruppi politici dell’Europarlamento e sarà votato in assemblea la prossima settimana. Nelle richieste dei negoziatori di Bruxelles, quindi, potrebbero trovare posto delle vere e proprie linee rosse non negoziabili su temi come ambiente e clima. L’UE sembra voler assumere posizioni piuttosto rigide in queste fasi preliminari dei negoziati, il cui esito è comunque tutt’altro che scontato. Ad ogni modo, l’accordo che sarà raggiunto dovrà poi ottenere il via libera da una maggioranza qualificata di Stati membri (il 72% in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione), e poi ricevere l’ok dal parlamento.

Tra i punti del documento emerge quello relativo alle eventuali dispute legali che dovessero emergere durante il periodo di transizione, per le quali si indica nella Corte europea di giustizia l’organismo deputato a dirimerle. Un passaggio che è applicabile al vasto ventaglio di ambiti coinvolti dal negoziato, tra cui anche le politiche ambientali. E riecheggia quanto già anticipato lo scorso gennaio in un altro documento preparatorio, nel quale si leggeva che “l’attuale legislazione che prevede impegni (di natura finanziaria, ambientale o politica) non può semplicemente scomparire il giorno dopo la Brexit”. In tal modo l’UE potrebbe controllare che il Regno Unito mantenga le promesse. Un vincolo che appariva necessario, per gli europarlamentari, al fine di evitare che eventuali lassità normative UK mettano a rischio tutto l’ambiente europeo.

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