Le strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici nel report IPCC

L’analisi del report IPCC Climate Change and Land effettuata dal Centro euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC): “Mitigazione e adattamento devono procedere parallelamente per combattere i cambiamenti climatici”.

cambiamenti climatici suolo
Foto credits: Jodylehigh / Pixabay

L’appello alla cooperazione lanciato dall’IPCC per contrastare i cambiamenti climatici

 

(Rinnovabili.it) – Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici sono due facce delle stessa medaglia nelle politiche di gestione territoriale e ambientale, e l’una non può prescindere dall’altra“: così il Centro euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC) ha commentato il Report Speciale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change pubblicato ieri a Ginevra.

 

Un report che mette in correlazione l’eccessivo sfruttamento del suolo, degradato da agricoltura e allevamento intensivi, con i rischi portati dal cambiamento climatico (come periodi prolungati di siccità, scarsità idriche, inondazioni ed erosione del territorio).

 

Ma quali sono le possibili soluzioni, o meglio, le strategie che gli esperti dell’IPCC indicano a decisori politici e comunità? In una sintesi del rapporto, gli studiosi del CMCC, illustrano i punti salienti delle misure suggerite dai colleghi dell’IPCC: “Esistono molte strategie efficaci di gestione del territorio a basso/medio costo, che coinvolgono la gestione della filiera alimentare e la gestione del rischio, e allo stesso tempo contrastano il cambiamento climatico, il degrado del suolo e promuovono la sicurezza alimentare – scrivono in un comunicato gli esperti del Centro euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici – La maggior parte di queste strategie può essere applicata senza incorrere nel rischio di aumentare la competizione per l’uso della terra, offrendo potenzialmente molteplici vantaggi”.

 

La riduzione degli sprechi alimentari e un cambiamento delle abitudini in direzione di diete a maggiore base vegetale è una delle strategie indicate nel report IPCC: tali soluzioni hanno il potenziale di ridurre la pressione sulle risorse, contribuendo allo sradicamento della povertà e al miglioramento delle condizioni di salute e igiene con un potenziale di mitigazione di 0.7–8,0 gigatonellate di CO2 equivalenti l’anno per quanto riguarda il cambiamento verso diete a basso consumo di carne, mentre la  riduzione dei rifiuti alimentari e agricoli  può ridurre le emissioni di 0,8–4,5 gigatonellate di CO2 equivalenti l’anno.

 

Un processo di cambiamento che deve coinvolgere le comunità locali: “La gestione del territorio presenta numerose sfide che toccano diversi ambiti fondamentali per la vita umana e dell’ambiente in cui viviamo– continuano gli esperti del CMCC – Le azioni di mitigazione e adattamento devono considerare le condizioni locali, la varietà di interessi contrastanti e i limiti fisici ambientali. Pacchetti di misure e politiche integrate e coerenti per la gestione climatica e del territorio supportati, ad esempio, da approcci partecipativi e strumenti di valutazione delle prestazioni, presentano un notevole potenziale per un uso efficiente delle risorse, amplificando la resilienza sociale, il restauro ecologico e l’impegno sul territorio delle parti interessate”.

 

La gestione del suolo deve virare verso un sistema che aumenti la resilienza di ecosistemi agricoli e forestali: attività quali il rimboschimento dovrebbero essere associate a misure di protezione dagli incendi boschivi in aree ad alto rischio; solo in questa maniera sarà possibile sfruttare il potenziale di stoccaggio di CO2 proprio di tali sistemi.

 

Secondo il report IPCC, la protezione delle foreste e la riduzione del degrado forestale è l’opzione di mitigazione che ha il potenziale più elevato anche in termini di benefici ambientali e sociali (0.4–5.8 GtCO2-eq yr-1). 

 

D’altra parte, spiegano gli esperi del CMCC: “Il potenziale totale di mitigazione delle attività agricole e zootecniche è stimato in 1,5–4,0 GtCO2eq all’anno entro il 2030 a prezzi che vanno da 20-100 USD / tCO2eq, attuando misure con notevoli sinergie tra adattamento e mitigazione. L’aumento della sostanza organica dei suoli aumenta la capacità di stoccaggio di CO2 atmosferica (mitigazione), migliorando la capacità di ritenzione idrica dei suoli (adattamento)”.

 

Un complesso di misure che deve necessariamente essere improntato alla sostenibilità: l’adozione su larga scala di piani di rimboschimento e la diffusione di colture bioenergetiche associate a sistemi di cattura e stoccaggio di carbonio (BECCS) potrebbe aumentare il rischio di competizione per l’uso della terra. D’altra parte, aumentare l’estensione e l’intensità della produzione di biomassa attraverso l’aumento dell’uso di fertilizzanti, dell’irrigazione o dell’utilizzo di monocolture, può provocare impatti negativi come il degrado ambientale.

 

Di qui la necessità di attuare simili strategie rispettando i criteri di sostenibilità ambientale e sociale: “Le produzioni di bioenergia su scala locale, come anche le attività di rimboschimento di aree degradate, possono portare notevoli benefici per il ripristino e restauro ambientale di zone marginali”, spiegano dal CMCC che poi rilancia l’appello alla sinergia e alla cooperazione ripetutamente sottolineato durante la presentazione del report IPCC di ieri a Ginevra: “E’ indubbio che la gestione del territorio e del sistema alimentare abbia potenzialità di mitigazione. D’altra parte le concentrazioni di gas serra in atmosfera sono tali che, solo attuando tagli rapidi e profondi delle emissioni in tutti i settori, si può raggiungere l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature a 2°C rispetto all’era pre-industriale– concludono gli studiosi del CMCC – Queste riduzioni devono essere necessariamente accompagnate da cambiamenti comportamentali ed alimentari e da una gestione sostenibile del territorio che massimizzi i benefici di mitigazione, adattamento, biodiversità e contrasto al degrado del suolo”.

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