Cambiamento climatico: i Paesi poveri ne sanno più di noi

In Occidente, solo il 50% delle persone crede che il cambiamento climatico sia una minaccia. In Africa, Asia e Sud America siamo oltre il 90%

Cambiamento climatico i Paesi poveri ne sanno più di noi

 

(Rinnovabili.it) – Se è vero che nei Paesi ricchi del pianeta quasi tutti ormai sanno cosa sia il cambiamento climatico, il problema è che solo la metà crede che sia una minaccia. Il quadro desolante dell’opinione pubblica più “benestante” lo traccia una nuova ricerca pubblicata su Nature Climate Change, che riporta dati relativi a un sondaggio condotto su cittadini provenienti da 119 Paesi del mondo e nota una conoscenza dei rischi molto superiore nei Paesi poveri del Sud del mondo.

 

Cambiamento climatico i Paesi poveri ne sanno più di noi 2Sebbene circa il 75% degli intervistati in Europa, Stati Uniti e Australia fosse a conoscenza del cambiamento climatico, molti meno sono stati quelli che lo hanno considerato un rischio grave per se stessi e le loro famiglie. In Australia, Paese dove il negazionismo su questo tema è profondamente radicato (ancor più che negli Stati Uniti) poco più della metà del campione ha reputato un pericolo gli effetti del climate change. Stessa cosa in Germania, negli USA e nei Paesi scandinavi, dove la retorica contraria è più radicata. In Russia, addirittura, nonostante la diffusa comprensione dei cambiamenti climatici, meno del 50% delle persone pensava che fossero un rischio. Nel continente europeo, la percezione del pericolo è avvertita molto più seriamente in Francia e Spagna.

 

La vera sorpresa è che la situazione si ribalta quando si leggono i dati relativi al Sud del mondo. In ogni paese sudamericano, la preoccupazione per il cambiamento climatico è sopra la soglia del 90%, percentuale riscontrabile anche in Messico, India, Tanzania e Marocco. Il Giappone è una delle poche economie più avanzate al mondo ad avere una popolazione preoccupata per i rischi del cambiamento climatico.

 

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La percezione del rischio si basa su differenti fattori, dice lo studio: in Europa e nel mondo “sviluppato” è legata al livello di istruzione, mentre in molti Paesi africani ed asiatici a generare preoccupazione è la diretta percezione dell’aumento delle temperature. Gli autori del sondaggio, che provengono da diverse università statunitensi, hanno spiegato che per aumentare la conoscenza del problema sarebbe necessario puntare su strategie comunicative differenziate per ciascun territorio: da un miglioramento dell’istruzione di base a una alfabetizzazione climatica, in modo da far comprendere al pubblico gli impatti locali del riscaldamento globale.

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