Carrello verde: 71 punti dove fare la spesa sostenibile in Emilia Romagna

La Regione assegna i supermercati e negozi primi loghi che certificano l’impegno dell’esercizio commerciale nella protezione ambientale

Carrello verde

Il sistema di qualificazione ambientale della Regione assegna i primi loghi “Carrello Verde”

(Rinnovabili.it) – In Emilia Romagna capire quali sono i negozi della distribuzione organizzata più attenti all’ambiente è semplice: basta cercare il Carrello Verde della Regione, il logo che certifica l’impegno sostenibile del punto vendita. L’amministrazione ha assegnato in questi giorni i primi 71 marchi agli esercizi commerciali di 9 comuni, entrando nella fase proattiva del progetto (leggi anche Un “carrello verde” per riconoscere i punti vendita sostenibili).  “I 71 punti vendita certificati – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo – sono un buon risultato, ma rappresentano solo la prima tappa di un percorso che porterà a estendere la rete degli esercizi commerciali aderenti e ad elevare progressivamente la sostenibilità ambientale delle attività commerciali presenti sul territorio regionale”.

Di cosa si tratta nella pratica? Il Carrello Verde è un progetto che coinvolge l’Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti dell’Emilia-Romagna e la sezione regionale della Legacoop: si tratta di un riconoscimento richiesto in maniera volontaria dei punti vendita con cui si riconosce l’impegno e le iniziative avviate dall’esercizio stesso per migliorare e proteggere l’ambiente. Per ottenere il logo è necessario possedere dei requisiti minimi stabiliti dal Sistema di qualificazione ambientale dell’Emilia Romagna, che variano a seconda della classe dimensionale e delle caratteristiche dei negozi. Gli elementi di valutazione sono molteplici possono riguardare sia l’offerta al consumatore che la gestione del punto vendita.

Ad esempio, fanno parte dei requisiti minimi la vendita di prodotti sfusi o le eco-ricariche (i cosiddetti “prodotti alla spina”), l’offerta biologica e di prodotti da banco con imballaggi facilmente riciclabili, la presenza di stoviglie usa e getta in materiali biodegradabili o compostabili, la vendita di borse riutilizzabili. Inoltre gli esercizi commerciali si devono impegnare a impiegare cassette riutilizzabili per l’ortofrutta e a organizzare sistemi di raccolta differenziata negli spazi a disposizione del personale, compresi i contenitori di raccolta toner. L’impegno richiesto riguarda anche le scelte costruttive e impiantistiche, come il ricorso alla luce naturale e a sistemi d’illuminazione a basso consumo, la chiusura dei banchi frigo con sportelli isolanti, lo sfruttamento di fonti rinnovabili e il controllo della temperatura estiva e invernale.

“L’iniziativa – aggiunge il presidente di Legacoop ER, Giovanni Montiè frutto di un accordo a cui hanno aderito alcune cooperative del consumo e dei dettaglianti fortemente radicate sul territorio. Si tratta di Coop Reno, Coop Alleanza 3.0, e Nordiconad, che hanno collaborato attivamente nella definizione degli aspetti tecnici del sistema e si sono impegnate a promuoverne l’adesione presso i propri associati, consentendo di raggiungere un’ampia platea di consumatori, nonché di contribuire a valutarne gli effetti attraverso il monitoraggio”.  Gli esercizi commerciali certificati sono distribuiti su tutto il territorio regionale: la provincia con il maggior numero di attività commerciali iscritte è Bologna con 35 punti vendita, seguita da Modena con 15, Ferrara con 8, Ravenna con 4, Reggio con 3, chiudono Parma e Rimini con 2 punti vendita ciascuna e le province di Piacenza e Forlì/Cesena con un punto vendita a testa.

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