Cina: se la Valutazione di Impatto Ambientale è un falso

L’anticorruzione ha scoperto un giro corruzione sul sistema di Valutazione di impatto ambientale. Colpa dei funzionari del ministero dell’Ambiente

Cina se la Valutazione di Impatto Ambientale è un falso

 

(Rinnovabili.it) – La Central Commission for Discipline Inspection, principale organo anticorruzione in Cina, ha rimproverato stamattina il ministero dell’Ambiente. La colpa? Una continua interferenza da parte di funzionari dei suoi uffici nelle procedure di Valutazione di impatto ambientale.

Il degrado dell’ambiente è uno dei problemi più scottanti del Dragone, un tema che sta scatenando anche migliaia di proteste ogni anno. Ad innescarle è la crescente preoccupazione per l’inquinamento, in particolare quello causato dalle industrie pesanti.

Gli impianti più inquinanti, come le fabbriche chimiche o le raffinerie del petrolio, dovrebbero per legge sottoporsi a rigorose valutazioni di impatto ambientale prima di essere approvate, ma secondo il watchdog cinese sulla corruzione il ministero dell’Ambiente non sta svolgendo correttamente il suo lavoro.

 

La Central Commission for Discipline Inspection ha svolto un controllo al ministero e ha trovato troppe incongruenze. Le successive dichiarazioni non hanno lasciato dubbi sul malcostume che sembra regnare nei corridoi: «Alcuni dirigenti e funzionari mettono le mani sulle autorizzazioni delle valutazioni di impatto, trasgredendo le regole, o addirittura danno vita a società che svolgono questo servizio con l’intento di fare profitti».

Opportuni passaggi di denaro servono a fluidificare l’iter di approvazione di una VIA, ma c’è di più: fondi dedicati a progetti ambientali sono stati dirottati più di una volta da funzionari corrotti, che pensavano unicamente a riempirsi le tasche. I dirigenti sospettati di questi comportamenti saranno consegnati al Partito Comunista, che deciderà come regolarsi con loro.

L’indagine del watchdog anticorruzione aveva lo scopo di dimostrare «le grandi preoccupazioni per il lavoro di protezione ambientale del partito».

 

Il presidente Xi Jinping ha subito dichiarato che la corruzione è una minaccia per la sopravvivenza del Partito Comunista, e ha promesso che perseguirà chiunque, dalle più potenti “tigri” alle umili “mosche”.

Il lavoro della Central Commission for Discipline Inspection prosegue: i suoi funzionari si sono sparpagliati nei dipartimenti governativi e negli uffici delle grandi imprese di proprietà statale, in questi ultimi mesi, per trovare  e denunciare i corrotti.

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