Nel 2022 il 40% dei decessi in Italia è stato concentrato nei due mesi più caldi (luglio e agosto) e nei due mesi più freddi (dicembre e gennaio). Con un impatto soprattutto sulle fasce di popolazione più anziane e fragili
Secondo le rilevazioni dell’agenzia statunitense, la concentrazione di CO2 in atmosfera è salita di 2,13 ppm, quella di metano di 14 ppb, i NOx di 1,24 ppb
Lo scorso mese la colonnina di mercurio globale è arrivata a +0,51°C, come nel 2019. Il record lo detiene ancora il 2016, anno caratterizzato da un forte El Niño (come dovrebbe essere il 2024), con +0,62°C
Uno studio dell’università di Newcastle analizza 7.600 creste di corrugazione disseminate in 30mila km2 di fondale al largo della Norvegia e ricostruisce il tasso di ritiro delle lingue glaciali durante l’ultima deglaciazione, tra 20.000 e 12.000 anni fa
Grazie all’uso di dati satellitari, i ricercatori del Cnr italiano hanno studiato l’evoluzione negli ultimi 20 anni delle grandinate. Il Mediterraneo è un hotspot, e il Belpaese è l’area dove si concentrano i fenomeni più intensi
Rispettare l'obiettivo meno ambizioso dell'accordo di Parigi permetterebbe di tenere il tasso di decessi a livelli significativamente inferiori, intorno ai 20 morti ogni 100.000 abitanti
Secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience, dal 2010 al 2020 5 tipologie di CFC, gas dannosi per lo strato di ozono e con potere climalterante 10mila volte maggiore della CO2, sono di nuovo in crescita nonostante lo stop deciso dall’accordo di Montreal del 1987
Secondo i dati del Club Alpino austriaco, in media i ghiacciai monitorati hanno perso 28,7 metri di lunghezza, 2,6 volte l'arretramento registrato nel 2021
Uno studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research individua due tipping point oltre i quali la fusione della calotta sarà irreversibile, rispettivamente, per la parte meridionale dello scudo glaciale e per l’intera isola. I livelli di aumento dei mari associati sono 1,8 e 6,9 m nell’arco di diversi secoli
L’immissione di grandi quantità di acqua dolce da qui al 2050 “altererà profondamente” le dinamiche che rimescolano acque profonde e superficiali nell’oceano Meridionale, i grandi nastri trasportatori che distribuiscono carbonio, altri nutrienti, ossigeno e calore nel resto del globo. Le conseguenze saranno irreversibili “per secoli”