Il rapporto presentato il 16 gennaio al World Economic Forum di Davos si basa sugli scenari emissivi globali oggi ritenuti più probabili, che ci portano verso un riscaldamento globale di 2,1-2,9 gradi. In appena 25 anni i danni all’economia saranno di 12.500 mld $, soprattutto a causa delle ondate di calore. Le inondazioni saranno la prima causa di morte tra gli eventi estremi
Due effetti apparentemente opposti derivano dalle temperature record dell’anno scorso, il più caldo di sempre con +1,48°C sopra il periodo pre-industriale. Da un lato aumentano e si fanno più intense le siccità pluriennali. Il 2023 è stato il 2° anno con meno umidità relativa dell’aria. Ma dall’altro lato si intensificano tempeste e monsoni per la combinazione di temperature dell’aria e degli oceani più alte
I dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti differiscono lievemente da quelli del sistema europeo Copernicus ma confermano il record globale segnato l’anno scorso. In Europa il tasso di global warming è triplicato dagli anni ’80 in poi e adesso corre al ritmo di quasi mezzo grado in più ogni decennio
Svolgono servizi ecosistemici preziosi per la biodiversità, la sicurezza idrica e la prevenzione dalle inondazioni. Ma le schiacciamo sempre di più con case e strade. Impedendo loro di sfuggire all’aumento del livello del mare. L’Italia ha i dati peggiori al mondo per compressione di dune e spiagge di sabbia
I metodi tradizionali per sequestrare anidride carbonica dall’aria si basano su processi ad alta intensità energetica perché richiedono calore o pressione per il rilascio della CO2 dai materiali assorbenti. Un nuovo metodo sostituisce questi ultimi con una miscela di acqua e solventi addizionata con molecole fotoacide, che catturano o rilasciano la CO2 al variare delle condizioni di illuminazione
I dati ISAC-CNR mostrano che per le regioni del Centro e del Sud, il 2023 ha segnato il record di caldo dal 1800 a oggi. Su tutta la penisola le medie delle temperature minime sono state ben al di sopra della norma. Rientra parzialmente anche il rischio siccità con il 90% di precipitazioni rispetto alla media 1991-2020
Uno studio apparso su Nature quantifica l’impatto del riscaldamento globale – al netto della variabilità sul breve periodo – sulle riserve idriche stoccate sotto forma nevosa che riforniscono i principali bacini idrografici dell’emisfero Nord. La soglia di non ritorno scatta quando la temperatura media invernale è più alta di -8°C
Tra 8 e 15 ZettaJoule di energia in più rispetto al 2022. È la quantità di calore aggiuntiva incamerata dagli oceani globali l’anno scorso. 1 ZJ è il doppio dell’energia che alimenta in 1 anno l’intera economia mondiale. Il Mare Nostrum è il bacino che si scalda più veloce di tutti
Non siamo pronti a gestire le crisi sistemiche che sarebbero generate dall’innesco di un punto di non ritorno climatico. I tipping point entrano per la 1° volta nella classifica dei rischi globali stilata, come ogni anno, dal World Economic Forum. Mentre l’impatto degli eventi estremi domina la lista delle minacce a breve, medio e lungo termine
Per la 1° volta da 170 anni, ogni singolo giorno dell’anno è stato almeno 1 grado più caldo del periodo preindustriale. Quasi metà dei giorni ha superato +1,5 gradi. Settembre e dicembre superano +1,7°C. E per 2 giorni, a novembre, l’anomalia termica del Pianeta è stata più alta di 2 gradi. Un anno “eccezionale”, secondo il sistema europeo di monitoraggio satellitare Copernicus