Combattere la desertificazione, l’UE lo sta facendo male

La Corte dei Conti tira le orecchie a Bruxelles: i provvedimenti contro il degrado del suolo sono ben lontani dall’ottenere l’effetto sperato

desertificazione

 

 

In Europa il rischio desertificazione è in aumento

(Rinnovabili.it) – Il degrado del suolo ha oramai colpito il 75% della superficie terrestre globale. Non va meglio neppure nel Vecchio Continente dove, nonostante una lunga lista di normative ambientali, la desertificazione interessa l’8% del territorio, colpendo in particolare l’Europa Meridionale, Orientale e Centrale. Per i revisori della Corte dei conti europea, la colpa va cercata in casa: non solo i provvedimenti presi finora dalla Commissione e dagli Stati membri per combattere la desertificazione hanno poca coerenza, ma ad oggi manca anche un vero e proprio quadro complessivo di questa problematica.

“Le proiezioni relative ai cambiamenti climatici in Europa indicano che il rischio di desertificazione è in aumento”, scrive la Corte in una nota stampa. “Zone calde semidesertiche esistono già nell’Europa meridionale e si stanno estendendo a Nord”.

 

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L’Italia è uno dei 13 Stati membri colpiti dal fenomeno con ben un quinto del territorio a rischio, in un processo che si auto-alimenta. “La desertificazione è non solo una conseguenza, ma anche una delle cause del cambiamento climatico: il degrado del suolo dà luogo all’emissione di gas a effetto serra, e i suoli degradati hanno una minore capacità di trattenimento del carbonio”.

 

Gli auditor della Corte hanno voluto toccare con mano il problema e verificare in che modo fosse affrontato, visitando oltre all’Italia anche Spagna, Cipro, Portogallo e Romania. Il punto principale emerso dallo studio è che al momento non esiste una strategia a livello comunitario, quanto piuttosto una serie di piani d’azione e programmi di spesa, come ad esempio la politica agricola comune o la strategia forestale dell’UE, pertinenti ai fini della lotta contro la desertificazione, ma non specificamente mirati ad essa.

 

Non solo. I singoli Paesi e la Commissione europea raccolgono dati su vari fattori che incidono sul degrado del suolo. Tuttavia, non è stata condotta una valutazione comunitaria completa, né è stata concordata alcuna metodologia al riguardo. Vi è stato un limitato coordinamento fra gli Stati membri e Bruxelles non ha fornito orientamenti concreti. “Stiamo assistendo ad un incremento della siccità, dell’aridità e del rischio di desertificazione dovuto ai cambiamenti climatici nell’UE”, ha affermato Phil Wynn Owen, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “La desertificazione può comportare povertà, problemi di salute dovuti alla polvere portata dal vento, nonché una diminuzione della biodiversità. Può anche avere conseguenze demografiche ed economiche, costringendo la popolazione a migrare lontano dalle aree colpite. Come auditor, abbiamo la responsabilità di attirare l’attenzione su questi rischi, che potrebbero generare crescenti pressioni sui bilanci pubblici, sia a livello dell’UE che nazionale”.

 

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