DAPL: la valutazione di impatto ambientale è truccata

Un documento riservato svela che l’indagine non ha affatto tenuto conto delle conseguenze di una fuoriuscita di petrolio a ridosso dei territori dei Sioux Standing Rock

Riprendono i lavori del DAPL. I Sioux: “Negato il nostro diritto all’acqua”

 

(Rinnovabili.it) – Il DAPL “non ha un impatto sproporzionato sulle minoranze o la popolazione a basso reddito”. È grazie a questa frase, contenuta nelle conclusioni del rapporto sull’impatto ambientale dell’oleodotto Dakota Access stilate dal Genio militare degli Stati Uniti, che è arrivato il via libera al progetto. Ma un documento riservato svela il dietro le quinte, una vera e propria beffa ai danni delle tribù Sioux che da mesi si battono contro l’opera. Una rivelazione che dimostra quanto il concetto di giustizia ambientale venga abilmente aggirato, quando non calpestato, quando in ballo ci sono interessi da 3,8 miliardi di dollari.

 

Riaprono i cantieri del DAPL. E gli studi di impatto ambientale?Il memo è stato scritto dalla compagnia che gestisce la pipeline e dalla sua concessionaria, l’HDR Engineering, ed è indirizzato al Genio militare. In 11 pagine spiega come è stata svolta la valutazione dell’azienda. È su questo documento che il Genio ha redatto il suo rapporto e, di fatto dato il via libera al DAPL lo scorso agosto. Poi è intervenuta la politica, tutto è stato congelato per l’intervento di Obama, ma a poche settimane dall’insediamento Trump ha ribaltato tutto di nuovo. I lavori sono ripartiti e il DAPL potrebbe entrare in funzione già la prossima settimana. Nel frattempo continua la battaglia legale dei Sioux, e il testo di base su cui la legalità dell’ok al progetto si impernia è proprio la valutazione del Genio. Dimostrare che è una valutazione sbagliata o lacunosa potrebbe ribaltare una volta ancora la situazione.

E il documento dimostra proprio questo: la valutazione non tiene affatto conto dei Sioux. Invece di concentrarsi sull’impatto localizzato, annacqua i possibili danni usando la statistica e l’intera lunghezza della pipeline. In altri termini, sostiene che i Sioux non hanno ragione a protestare perché in generale, lungo i 1800 km di pipeline, i dati statistici dicono che le minoranze non subiscono un impatto sproporzionato. Il DAPL, sostiene l’azienda, “attraversa meno del 12% di popolazioni povere, che è la media nazionale”.

E continua sostenendo che il tracciato attraversa sì i territori dei nativi americani, ma nella misura dell’1% di meno rispetto al tracciato originario, che evitava la riserva Sioux e passava dalla città di Bismarck (a grande maggioranza bianca e con redditi medio-alti). E non fa alcun riferimento a cosa potrebbe succedere se si verificasse una perdita di petrolio nel tratto che passa sotto il lago Oahe, la massima preoccupazione per i Sioux che vedrebbero la loro acqua contaminata.

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