La deforestazione divora l’Amazzonia: +278% nel mese di luglio

Prosegue lo scontro tra il Governo Bolsonaro e l’Istituto spaziale brasiliano (INPE): nel frattempo, gli ultimi dati parlano di oltre 2.250 chilometri quadrati di foresta amazzonica persa in un solo mese.

deforestazione amazzonia
Veduta aerea di un’area disboscata nei pressi del Rio Branco – Foto di Kate Evans/CIFOR – Flickr

Secondo l’INPE, la deforestazione in Brasile sarebbe cresciuta del 62% nei primi 6 mesi del 2019

 

(Rinnovabili.it) – Nel solo mese di luglio, la foresta amazzonica ha perso 2.254,8 chilometri quadrati di territorio: i nuovi dati sulla deforestazione forniti dall’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE) mostrano un incremento del 278% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno.

 

Di una settimana fa, le dimissioni “forzate” di Ricardo Galvao, uno dei più apprezzati scienziati brasiliani indotto a lasciare la guida dell’INPE a seguito delle accuse avanzate dal Presidente Jair Bolsonaro. Secondo il neoeletto Presidente del Brasile, i dati dell’INPE non andrebbero diffusi su base mensile perché non accurati e ancora da verificare. Galvao ha accolto la critica confermando che la responsabilità di fornire numeri accurati sulla deforestazione in Brasile spetta al programma PRODES (in cui i dati INPE vengono combinati con una serie di altre rilevazioni satellitari ad alta risoluzione), ma che allo stesso tempo, non si può ignorare un trend tanto evidente come quello registrato dall’Agenzia spaziale negli ultimi mesi.

 

A partire da maggio, la percentuale di territorio amazzonico deforestato è aumentata progressivamente rispetto agli stessi periodi nel 2018: a fine giugno, l’INPE sosteneva che la deforestazione fosse aumentata di circa il 60% dall’inizio del 2019, ma le nuove rilevazioni del mese di luglio (+278% rispetto allo stesso mese lo scorso anno) potrebbero aumentare drasticamente la stima.

 

Dal proprio insediamento, Jair Bolsonaro ha ripetutamente attaccato alcune delle agenzie di protezione ambientale e di monitoraggio della foresta amazzonica: sotto tiro sono finiti prima l’Ibama, rea di sfruttare eccessivamente la tutela delle popolazioni indigene come strumento per bloccare progetti di espansione agricola ed energetica nella foresta pluviale, poi l’INPE, gestita, secondo il Presidente di estrema destra, da “cattivi brasiliani”.

 

In un intervento congiunto, Bolsonaro e il Ministro dell’Ambiente, Ricardo Salles hanno presentato uno studio secondo cui buona parte delle rilevazioni INPE relative ai territori deforestati durante il mese di luglio fosse in realtà da attribuire a terreni deforestati nei mesi se non addirittura negl’anni precedenti.

 

L’Agenzia spaziale ha respinto le accuse in un comunicato stampa, sostenendo di non aver mai avuto accesso al documento presentato dal Ministro Salles e di aver sempre operato su base scientifica e in maniera trasparente.

 

Nei prossimi mesi, il programma di monitoraggio ad alta risoluzione PRODES dovrebbe fornire i dati definitivi sulla deforestazione in Brasile: attivo dal 1988, negli ultimi 12 anni i numeri forniti dai report del programma PRODES sono sempre stati di molto superiori a quelli presentati dal programma DETER che si basa appunto sulle rilevazioni INPE.

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1 commento

  1. Questa notizia non è realistica.
    Questi dati sono stati presentati dai militanti del PT – Partito dei Lavoratori dei condannati – per aver rubato le casse pubbliche, considerate la più grande dell’umanità – e arrestato l’ex presidente Lula. Sono attivisti PT infiltrati dall’INPE.
    È praticamente impossibile ripulire 2.500 km di deforestazione in un mese in una foresta comune, immagina in una zona dell’Amazzonia dove ci sono alberi alti oltre 100 metri. Ai media internazionali vengono fornite notizie false dal governo di Bolsonaro, notizie sponsorizzate da attivisti della sinistra brasiliana.
    Carlos Alberto Cotta

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