Il destino dell’Ilva ancora incerto: acciaio sostenibile o riconversione green

Il 30 giugno scadrà il termine per la cessione dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa a Mittal, data in cui dovrà essere concluso l’accordo sindacale. Ma si discute ancora sulla destinazione del sito con posizioni e prospettive differenti

Il destino dell'Ilva

 

Del destino dell’Ilva ha parlato anche Beppe Grillo ventilando l’ipotesi di riconversione green in centro di attrazione turistica

(Rinnovabili.it) –  Il 30 giugno è vicino: data in cui scadrà il termine per la cessione dell’Ilva a Mittal e in cui l’accordo sindacale dovrà vedere la luce. Per questo motivo ieri il neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio ha detto ai microfoni di Rtl che dopo aver incontrato i commissari nei prossimi giorni incontrerà “i sindacati, il sindaco di Taranto, il prefetto, le associazioni che rivendicano il diritto alla salute,  il Codacons e tutte quelle parti che fanno parte di questa vertenza”. Perché, ha continuato Di Maio “i cittadini di Taranto hanno il diritto di respirare un’aria pulita”. Sono giornate concitate e dominate dalle polemiche. Prima tra tutte l’intervista al neo ministro dell’Agricoltura e del Turismo Gian Marco Centinaio a La Stampa dove ha reso chiara la sua posizione: “L’Ilva deve continuare ad essere un sito produttivo. Io non andrei a passare le mie vacanze lì. A meno che non farne una grande Eurodisney, ma servirebbero una quantità di fondi Privati”. Un commento accettato mal volentieri dal primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci: “A mio parere il ministro del turismo ha l’obbligo di promuovere ogni angolo del paese che rappresenta. Anche il luogo meno avvenente deve essere messo da lei in condizione di creare sviluppo e turismo”, ha detto il sindaco di Taranto.

 

Quale sia dunque il destino dell’Ilva non è ancora chiaro: se nel contratto di governo a firma Movimento Cinque Stelle – Lega, si parlava di tutela dell’occupazione e di promozione dello sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti, per le quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della Green Economy e delle energie rinnovabili e sull’economia circolare”, pochi giorni fa Beppe Grillo, con un video messaggio nel suo blog intitolato “Che il cielo sopra l’Ilva diventi sempre più blu”, ha ipotizzato uno scenario ben diverso. Nel video Grillo filosofeggia sul concetto di chiusura e di riconversione di un sito lanciando l’idea di convertire lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa in un grande centro di attrazione turistica. Come? “Con il reddito di cittadinanza e i fondi che ci sono in Europa” , dice Grillo nel video. “Ci sono circa 2,2 miliardi di euro che sono stati immessi in un fondo quando l’Europa si chiamava Ceca dalle imprese di carbone e acciaio proprio per i pensionamenti dei lavori usuranti e per le bonifiche”. Quindi “potremmo cercare di accedere direttamente a questo fondo che attualmente è gestito dal Consiglio europeo”, sarebbe la ricetta di Grillo.

 

Spetterà ora a Di Maio decidere se seguire la strada più che tracciata dall’ex Ministro dello Sviluppo economico  Carlo Calenda, che punta ad una produzione sostenibile di acciaio, o se guardare alla riconversione green, turistica e utopista, ventilata da Grillo. Intanto anche il neo Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha parlato di tutela dell’ambiente, qualsiasi decisione venga presa. “Sull’Ilva c’è un percorso che riguarda la tutela ambientale, che vuol dire tutela dei cittadini e del territorio – ha detto Costa – Nell’ambito della mia competenza c’è da fare una seria e rigorosa vigilanza affinché qualunque decisione il governo, nella sua collegialità, intenderà prendere il rispetto della tutela dell’ambiente sia quello previsto e magari anche potenziato”.

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