Brasile, Governo pronto a “bucare” la foresta pluviale

Bolsonaro ripercorre i passi di Temer annunciando la possibilità di eliminare i divieti che tengono l’industria mineraria lontana dalla riserva Renca

foresta pluviale

 

L’amministrazione brasiliana potrebbe cedere la foresta pluviale amazzonica ai commercianti di oro e rame

(Rinnovabili.it) – Un’immensa fetta di foresta pluviale amazzonica potrebbe a breve esser data in pasto alle trivelle. Su questa ipotesi sta ragionando il presidente brasiliano Jair Bolsonaro che, in una recente intervista, ha ventilato la possibilità di togliere la protezione ambientale alla Reserva Nacional de cobre e associados (Renca). Si tratta di un’area vasta oltre 46mila chilometri quadrati a cavallo degli Stati settentrionali di Amapa e Para, comprende diverse zone naturali importanti sia in termini di biodiversità che per i popoli indigeni che vi abitano.

La riserva è stata creata nel 1984, durante la dittatura militare, per sottrarre il territorio alle mire dell’industria mineraria straniera. Si pensa infatti che il suo sottosuolo sia ricco di oro, rame, ferro e altri minerali, tali da renderla un tesoro fin troppo appetibile per il comparto privato. Ma la nuova politica economica di Bolsonaro potrebbe a breve cambiarne le sorti .

 

Parliamo di Renca. Renca è nostra”, ha detto il presidente del Brasile in un evento televisivo di qualche giorno fa. “Usiamo le ricchezze che Dio ci ha dato per il benessere della nostra popolazione. Non ci sarà alcun problema da parte dal Ministero dell’Ambiente, né dal Ministero delle Miniere e dell’Energia, né da nessun altro“.

 

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In realtà non è la prima volta che il governo brasiliano torna sui suoi passi. Già Michel Temer, nel 2017, aveva tentato una mossa simile: l’ex presidente aveva decretato l’abolizione la Riserva, aprendo di fatto la foresta pluviale alle trivelle straniere. Essendo stata istituita attraverso un decreto presidenziale, infatti, basta un atto simile per revocarne lo status, senza il bisogno di passare dal Congresso.

 

Il provvedimento, però, aveva scatenato un polverone. Gli ambientalisti hanno guidato la protesta ma in poco tempo la pressione sociale è divenuta così forte da costringere l’esecutivo a stracciare il decreto. Eppure quello che non è riuscito a Temer potrebbe però essere nelle possibilità di Bolsanaro.

Il Brasile ha già avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni sull’apertura di Renca allo sviluppo e l’opinione pubblica non è favorevole”, ha dichiarato Adriana Ramos, consulente legale e politica presso l’organizzazione non governativa brasiliana Instituto Socioambiental (ISA). “Ma il governo preferisce annunciare iniziative controverse e obsolete invece di nuove idee per lo sviluppo sostenibile in Amazzonia”.

 

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