Fukushima: pronto il muro di ghiaccio contro l’acqua radioattiva

A quasi 5 anni dalla catastrofe nucleare di Fukushima, il gestore dell’impianto è pronta ad attivare la barriera ghiacciata per fermare le perdite in mare

Fukushima pronto il muro di ghiaccio contro l'acqua radioattiva

 

(Rinnovabili.it) – A Fukushima tutto è pronto per iniziare la costruzione dell’immenso muro di ghiaccio che dovrebbe evitare alle eventuali perdite di acqua radioattiva di raggiungere il mare.

La Tepco, gestore dell’impianto colpito dalla combo di terremoto e tsunami nel 2011, ha annunciato ieri di aver terminato i lavori di installazione dell’apparecchiatura necessaria all’avvio della gigantesca opera di ingegneria. L’annuncio coincide con la visita di un gruppo di giornalisti stranieri, un mese prima del quinto anniversario del disastro nucleare peggiore della storia dopo il cataclisma di Chernobyl del 1986. A causa delle emissioni nocive e dei rifiuti radioattivi liberati dall’incidente, 50 mila persone che vivevano vicino alla centrale sono state evacuate. Nonostante le sollecitazioni del governo, solo una minima parte è tornata a casa.

 

Come funziona il muro di ghiaccio a Fukushima

Per creare la parete di ghiaccio, sono stati piantati nel terreno oltre 1.500 tubi alla profondità di circa 30 metri. La “palizzata” sotterranea circonderà i reattori danneggiati, poi all’interno dei tubi verrà fatto passare una soluzione salina a -30 °C, che congelerà il terreno tutto intorno. In questo modo, si dovrebbe creare una barriera ghiacciata capace di impedire parzialmente alle acque che scorrono sotto la centrale di penetrare all’interno dell’edificio. L’obiettivo è evitare l’accumulo di altra acqua radioattiva nei sotterranei dei reattori, acqua che poi si fa strada attraverso il sistema di drenaggio dell’edificio e si riversa nell’Oceano Pacifico con conseguenze devastanti. Questa tecnologia, simile a quella utilizzata per congelare una pista di pattinaggio, è già stata utilizzata in passato per la costruzione di gallerie.

 

 

Nel 2013, il governo giapponese ha accettato di sostenere il costo di questo progetto proprio per evitare alle centinaia di tonnellate di acqua contaminata, che si accumulano ogni giorno nei reattori, di finire in mare. I test della Tepco sul muro di ghiaccio vanno avanti dall’anno scorso e ora manca solo l’approvazione della Nuclear Regulation Authority (NRA). La NRA deve certificare che l’azienda proprietaria dell’impianto di Fukushima sia in grado di gestire correttamente questo sistema senza causare ulteriori perdite di acqua radioattiva.

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