Il giro del mondo in barca contro la plastica in mare

Il viaggio, che fa parte del progetto di tutela dell’ambiente “Salviamo il pianeta”, è cominciato domenica scorsa dalla Francia e punterà alla prima tappa Capo di Buona Speranza in Sudafrica.

plastica in mare

 

Durante la navigazione la barca raccoglierà tutta la plastica in mare che incontrerà nonché campioni di acque da analizzare

(Rinnovabili.it) – Il giro del mondo su una barca di 5,90 metri che navigherà per un anno intero senza mai fare sosta a terra e per sensibilizzare sul tema della plastica in mare. Protagonista dell’impresa, partita domenica scorsa, è Ivan Dimov, navigatore di origini bulgare di cinquantacinque anni. La sua imbarcazione è salpata da La Rochelle, nella Francia del nord, per fare rotta verso la prima tappa, Capo di Buona Speranza in Sudafrica. Durante la sua navigazione Dimov toccherà anche Capo Leeuwin in Australia e Capo Horn in Sud America. L’idea è nata all’interno del progetto “Salviamo il pianeta”, il sito che si occupa di sensibilizzazione verso la tutela dell’ambiente e che vede proprio Dimov, insieme al fotografo ed esploratore Luca Bracali, in veste di ambasciatori. A sostenere il viaggio sarà Enegan, società di energia luce-gas impegnata su diversi progetti di sensibilità ambientale.

 

Il velista ha potuto coniugare la sua passione per il mare con quella per la salvaguardia dell’ambiente: durante la navigazione userà boe che segnaleranno la plastica trovata in mare. Questi rifiuti plastici saranno racchiusi da una grande rete. Saranno poi legati da un dispositivo di segnalazione internazionale e rilasciati in oceano. “Questo spingerà le imbarcazioni che incroceranno questo segnale al recupero e alla lettura del messaggio contenuto che spiega l’obiettivo della sfida e ne chiede il recupero”, spiega “Salviamo il pianeta”. Secondo la normativa vigente, infatti, la nave che si trova più vicina dovrebbe farsi carico della raccolta dei rifiuti in mare che incontra nel proprio tragitto. L’impegno per l’ambiente non finisce qui: saranno infatti raccolti dei campioni di acqua e plastiche che poi l’Istituto Oceanografico di Trieste (Ogs) analizzerà. I risultati saranno successivamente pubblicati i dati in “open source” per tutti i cittadini del mondo. “Non vuole essere un viaggio sportivo, ma vuole avere una valenza scientifica”, ha detto Dimov. L’avventura sarà piuttosto dura: a bordo Dimov ha scorte per circa 200 giorni, il resto del cibo dovrà procurarselo lui. Non resta che seguirlo in questo importante viaggio per l’ambiente.

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