I gruppi terroristici proliferano con il cambiamento climatico

Le zone del mondo interessate dagli effetti più intensi del cambiamento climatico diventano il brodo di coltura per gruppi terroristici

cambiamento climatico

 

(Rinnovabili.it) – C’è un legame tra cambiamento climatico e terrorismo? Sembra di sì, secondo un rapporto del think tank Adelphi per il Ministero degli Esteri tedesco, che ha messo in connessione disastri naturali e capacità di reclutamento da parte di gruppi terroristici come ISIS e Boko Haram. La progressiva scarsità d’acqua e di cibo, insieme agli eventi meteorologici estremi, potrebbe aiutarli a creare il giusto clima d’opinione per reclutare adepti con maggiore facilità e controllare le popolazioni civili.

«I gruppi terroristici utilizzano sempre più le risorse naturali come arma di guerra, controllandone l’accesso – scrive l’analista Lukas Rüttinger nel rapporto – Più le risorse scarseggiano, più potere assume chi le controlla».

Così, secondo il rapporto, le persone potrebbero essere invogliate ad farsi reclutare dai gruppi terroristici anche per assicurarsi mezzi di sussistenza e incentivi economici.

Alcune regioni sarebbero particolarmente esposte a questo rischio. È il caso, ad esempio, del lago Ciad in Africa centrale, zona devastata dalla siccità, dove scarseggiano cibo e acqua e l’economia è letteralmente deperita. Qui, la debolezza dei governi sta lasciando ampio spazio all’imperversare di Boko Haram.

«Nel nord-est della Nigeria – spiega l’analisi – la regione più vicina al lago Ciad dove Boko Haram è più forte, il 71,5% della popolazione vive in condizioni di povertà e più del 50% è malnutrito».

 

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Ma il discorso cambia poco in Siria, Afghanistan e Guatemala. Il rischio di un circolo vizioso è dietro l’angolo, secondo Rüttinger. Se da una parte il riscaldamento globale aggrava fenomeni come il calo delle risorse, la crescita della popolazione e l’urbanizzazione, è anche vero che contribuisce nei paesi instabili a preparare il terreno per conflitti e terrorismo. Un fatto che, a sua volta, peggiora le possibilità di adottare misure di adattamento.

In Siria, la siccità è considerata da alcuni analisti uno dei fattori capaci di esacerbare una guerra che dura da sei anni. La scarsità d’acqua, acuita dal cambiamento climatico, avrebbe anche favorito l’ascesa dell’ISIS, aumentato l’immigrazione dalle campagne alle città e gettato milioni di persone in situazione di povertà e insicurezza alimentare.

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