Il coreano Hoesung Lee è il nuovo capo dell’IPCC

Il professore coreano guiderà per 6-8 anni l’IPCC, il gruppo di scienziati internazionali che fornisce i più autorevoli rapporti sui cambiamenti climatici

Il coreano Hoesung Lee è il nuovo capo dell’IPCC
Hoesung Lee, neo presidente dellIPCC

 

(Rinnovabili.it) –  La fase di transizione si è conclusa, da oggi l’IPCC ha un nuovo capo. Il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, vincitore del premio Nobel per la pace nel 2007, ha eletto ieri Hoesung Lee, professore coreano di economia del cambiamento climatico. Il nuovo numero uno ha subito promesso che il gruppo scientifico legato alle Nazioni Unite farà di più per analizzare a livello locale gli effetti del riscaldamento globale di origine antropica, «soprattutto nei Paesi in via di sviluppo».

L’esperto, già tra i vice presidenti del panel, è stato eletto in una riunione a Dubrovnik, in Croazia, superando al ballottaggio l’altro vice presidente, il belga Jean-Pascale van Ypersele. Resterà ora in carica per 6-8 anni, lasso temporale nel quale verrà stilato un nuovo rapporto.

 

Rajendra Pachauri, ex presidente IPCC
Rajendra Pachauri, ex presidente IPCC

Lee, 69 anni, è presidente Korea Energy Economics Institute e decano del College of Environment presso la Keimyung University. Nella sua campagna per prendere il posto di Izmail Elgizouli – che ha retto l’organizzazione dopo le dimissioni di Rajendra Pachauri, accusato di molestie sessuali in India – Lee si è impegnato a collaborare più strettamente con le imprese e l’industria dichiarando l’intenzione di prestare particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro, al tema della salute, della riduzione della povertà e dello sviluppo tecnologico.

Diversi scienziati del clima hanno detto di non conoscerlo. In una breve intervista telefonica con l’Associated Press, Lee ha parlato di carbon budget (la quantità di anidride carbonica che possono ancora emettere prima che il mondo si riscaldi di altri 2 °C), dicendo di pensare a questo dato «nel contesto di un bilancio finanziario». Ha aggiunto che «per unire scienza e politica è necessaria una comprensione del carbon budget molto condivisa».

 

Alla Reuters, invece, ha dichiarato di voler aprire l’IPCC, fino ad oggi composto in gran parte da scienziati europei e nordamericani, anche ad esperti provenienti da altre parti del mondo. Ha detto anche che il panel dovrebbe includere più donne e comunicare meglio il tema del cambiamento climatico.

Il nuovo presidente dell’IPCC ha anche rivelato che ai negoziatori internazionali che si incontreranno alla COP 21 di Parigi il prossimo 30 novembre è stato dato un documento in cui sono descritti tutti i possibili percorsi per evitare un aumento delle temperature globali superiore ai 2 °C entro il 2100, ma la chiave è «agire molto, molto presto».

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