Ilva: salute o lavoro, questo è il dilemma

La decisione del Gip di chiudere lo stabilimento siderurgico di Taranto fa discutere un’opinione pubblica divisa tra ambiente, salute e lavoro

(Rinnovabili.it) – Il Gip di Taranto ha detto no. No al piano proposto dall’Ilva che intendeva mantenere in parziale attività l’impianto e no anche al progetto di risanamento del valore di 400 milioni, già bocciato in precedenza dalla Procura. “Non c’è spazio per proposte al ribasso da parte dell’Ilva circa gli interventi da svolgere e le somme da stanziare. I beni in gioco, salute, vita ed ambiente, ma anche diritto ad un lavoro dignitoso e non pregiudizievole per la salute, la sicurezza e la libertà di alcun essere umano, lavoratore compreso, non ammettono mercanteggiamenti” ha dichiarato il Gip, Patrizia Todisco.

E mentre restano agli arresti domiciliari i due presidenti dell’Ilva e l’ex direttore, i sindacati Fiom Cgil proclamano lo sciopero dei dipendenti, a difesa di chi a causa della chiusura dello stabilimento perderà il lavoro e per chi ci sta rimettendo o ci ha rimesso in salute. E gli operai incrociano le braccia per ribadire la necessità , in un momento di crisi, di un lavoro sicuro “Non chiamateci più operai, siamo soldati” hanno gridato riunendosi in strada e poi facendo capannello davanti al cancello di ingresso dello stabilimento.

Accusato di tenere in considerazione esclusivamente la parte economica della situazione interviene il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, affermando “Il ministro dell’Ambiente non fa mercato ma interviene a difesa della salute della popolazione”. Così Corrado Clini, a margine del question time, commenta quanto scritto dal Gip Patrizia Todisco. “Chiederemo a Ilva di cominciare a rispettare adesso, con 4 anni di anticipo, quanto sarà stabilito nell’Autorizzazione Integrale Ambientale, per l’adeguamento degli impianti di Taranto, che stiamo completando in questi giorni”, ha aggiunto Clini.

E tra le dichiarazioni rilasciate a seguito dell’annuncio della decisione del Gip anche la preoccupazione espressa da Confindustria, consapevole che la chiusura dell’Ilva rappresenti una preoccupazione per molti. “Anche in un momento di estrema criticità l’obiettivo dell’azienda è chiaro: rispettare gli impegni per la salute dei cittadini e difendere un presidio fondamentale per l’intera economia del Paese. Questo impegno, che si sta già traducendo in interventi concreti, può e deve essere attuato nel più breve tempo possibile, compiendo ogni sforzo per garantire la continuità produttiva”. L’Ilva rappresenta infatti per l’Italia, nonostante le criticità espresse, una parte importante del tessuto produttivo nazionale, fonte di guadagno e quindi motore dell’economia. La società, peraltro si è dichiarata pronta ad investire somme mai raggiunte prima per l’adeguamento delle strutture agli obiettivi ambientali richiesti e con 4 anni di anticipo rispetto a quanto richiesto dall’Europa per gli impianti siderurgici, fa sapere Confindustria.

“Decisioni che portino alla chiusura del più importante impianto siderurgico europeo devono essere assunte nella consapevolezza delle conseguenze estremamente gravi che possono generare per tutta l’industria manifatturiera italiana, che necessita dei prodotti siderurgici dell’Ilva, e per l’occupazione e il territorio”.

Questione di interesse internazionale, la chiusura di uno stabilimento siderurgico tra i più importanti d’Europa sta dividendo la popolazione tra chi, a prescindere dalla sicurezza, difende il posto di lavoro, chi al primo posto mette la necessità di un ambiente salubre in cui vivere e lavorare e chi, in bilico tra la necessità di uno stipendio e di condizioni di vita ottimali non riesce ancora a ipotizzare una soluzione al problema. Invitando alla riflessione Rinnovabili.it pubblica oggi in home page il nuovo sondaggio che chiede ai suoi lettori un parere sulla situazione “Ilva”.

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