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In Italia politici-tecnici o tecnici-politici?

Strano ed interessante momento questo per il Bel Paese: un “governo tecnico” che prende il sopravvento sui “governi politici”. Il caso dell’utilizzo energetico del sottosuolo italiano

Cerchiamo di capire la differenza tra tecnici e politici e come da tecnici si diventa politici, come da politici non si diventa tecnici e come tutto questo di fatto nasca da due modi totalmente diversi di avvicinarsi alla “politica”, fin da quando si è giovani.

Questa riflessione è particolarmente importante nell’ambito della ricerca/attività governativa in  campo energetico, soprattutto nell’uso energetico sostenibile del sottosuolo che richiede tanta ricerca e tanto governo responsabile e “politicamente-tecnicamente corretto”.

Ci sono infatti due tipologie di “animali politici” nel nostro Paese: quelli che da giovani si avvicinano alla politica, che sia di centro, sinistra o destra, tramite piccoli gruppi, circoli, sezioni, lobbies, amicizie, contatti casuali, percorsi tortuosi, cambi di bandiera e trovano nella politica un ottimo cuscino dove scaricare la frustrazione di non trovare lavoro in altro modo, perché magari hanno smesso di studiare e “subodorano” nella politica facili guadagni e rapide glorie. Di solito queste figure, non professionali, ma di grande “impegno” nella politica di tutti i giorni, fatta di innumerevoli riunioni nelle sezioni/circoli/federazioni, puntano a postazioni di “rilievo” politico quali: segretari di circolo, amministratori locali, circoscrizionali, segretari regionali, e si candidano, anche non essendo “chiamati alla candidatura”: si considerano buoni politici, solitamente, con un elevato grado di narcisismo, pur avendo una scarsissima conoscenza della complessità della società, della complessità dell’economia e della molteplicità delle sinergie possibili tra tecnologie energetico-ambientali del terzo millennio, magari non avendo mai o quasi mai messo fuori il naso dall’Italia se non per turismo.

Questo tipo di politici-politici sono fortemente restii ad inserire nella compagine dei loro gruppetti di potere i politici-tecnici, che invece provengono dall’altro percorso, diametralmente opposto, di cui dicevamo: quello della professionalità ed alta professionalità (fino alla “ricerca/accademia”, giornalismo, grande industria, etc…) che via via si forma, soprattutto tra i 25 ed i 45 anni di età, nella Società Civile (maiuscola non a caso, in questo momento storico, perché è Lei sembrerebbe la  vera protagonista della svolta italiana a cui assistiamo con Monti), proprio mentre i seguaci della prima tipologia politica invadono circoli/sezioni/federazioni ed innumerevoli convegni.

La seconda tipologia di politici-tecnici o timidi tecnici-politici, ancora in embrione prima di divenire politici-tecnici, è invece molto più silente e discontinua nelle sue apparizioni agli innumerevoli convegni di cui sopra: verso i 45-50 anni alza la testa, spesso per le tante delusioni e bocconi amari ingoiati durante la loro carriera di tecnici-tecnici e tecnici-politici ed alza il naso dalla sua professione/carriera, per annusare la politica vera, solo dopo anni di studio e/o di lavoro, quale che sia, non necessariamente proveniente dalla alta meritocrazia scientifica, come quella che ci compete a noi della ricerca pubblica. Essa sola, al momento non è auto-referenziata, perchè è la sola ormai soggetta a concorsi pubblici basati sulla meritocrazia, almeno per il buon 70% dei casi, anche rispetto alla ricerca privata. Quest’ultima ancora assume su “chiamata diretta” da parte dell’imprenditore, …..spesso vessato dalle “amicizie” dei politici-politici, a cui deve altrettanto spesso, almeno fino ad ora, se non si cambia, mostrare riconoscenza.

Solitamente il primo genere di politici-politici  si aggregano a coloro, sempre politici di professione, pochissimi ed in gamba, che scelgono la politica dura da “Statisti”, come professione a 360° ma in maniera onesta, loro si,  sono consapevoli delle grandi sfide energetico-climatiche ed economiche del momento. Ma la maggior parte dei politici-politici sono invece, a schiera ed in branco, delle persone motivate soprattutto da interessi economici legati all’abberrante – solo in Italia nel mondo civile- tipologia stipendiale della “politica locale”. Quella che blocca tutti i grandi progetti del Sistema Paese per capirci. Ed intendo più precisamente per “politici locali” tutta una schiera di figure quali la maggior parte dei consiglieri comunali, provinciali regionali, assessori di vario tipo, porta-borsa non professionisti, consulenti super-pagati della politica delle amministrazioni (a supplire la carenza dei politici-politici, solitamente caratterizzati da medio-bassa scolarizzazione) e quanto altro.

In sostanza, il primo tipo di politici-politici citati sono molto lontano dall’essere dei politici-tecnici, e tanto più dall’essere dei tecnici-politici e men che meno dei tecnici-tecnici: essi però in quanto politici-politici compongono, PERCHE’ HANNO IL TEMPO DI FARLO VISTO CHE NON HANNO ALTRO LAVORO, le liste elettorali delle segreterie di partito, le liste regionali, quelle provinciali e comunali, che sono poi quelle che danno l’OK e danno parere alle VIA a certi grandi progetti infrastrutturali ed anche energetico-sostenibili, inclusi i campi eolici per dire.Se non hanno competenze, che parere danno?

Per questo il primo compito del governo Monti, se vuole rilanciare l’industria, il Lavoro (sostenibile), la meritocrazia,  è riscrivere la legge elettorale! Attualmente le liste elettorali dei partiti sono compilate da politici-politici, durante loro serate ai circoli/federazioni/cene, a meno che gli “statisti-politici” (pochissimi si ripete) non si impongano a scrivere le liste elettorali con un congruo mixing, all’interno di esse, di politici–tecnici e tecnici-politici, quasi gli unici veramente in grado di risolvere i problemi della società, ora tra l’altro che le ideologie, esclusa quella dello “sviluppo sostenibile”, si somigliano tutte e che magari l’Economista di Grillo partecipa ai convegni di “Forza Nuova”.

Ma il primo tipo di politici-politici sono fortemente restii al dialogo con i tecnici-politici, perché sanno bene che dialetticamente, intellettualmente e tecnologicamente sarebbero soverchiati a tutti i livelli con conseguente diminuzione del loro “narcisismo politico” anche in termini stipendiali.

Tutto questo finirebbe in una bolla di sapone se, come meritocrazia vorrebbe, i tecnici-tecnici e i tecnici-politici guadagnassero di più fin da subito, livellandosi agli stipendi europei, ed i politici-politici di tutti i livelli/amministrazioni guadagnassero di meno, sempre per livellarsi agli standard europei, abche secondo gli ultimi studi di ieri dell’ISTAT. Loro che notoriamente poi, a loro volta, si auto-referenziano liste e stipendi, quando riescono ad arrivare in parlamento/giunta. La politica deve ri-diventare una missione, non un guadagno personale. Come lo è per noi scienziati.

 

Che sciocchi, noi, che a trentanni-quarantanni, stavamo ancora a studiare le grandi tecnologie energetiche, i rischi del sottosuolo,  per salvare in modo sostenibile il pianeta, per due soldi, per la ricerca italiana, per il Sistema Paese, e che sempre per due soldi conseguivamo dottorati di ricerca, borse post-doc all’estero, master internazionali, facevamo concorsi meritocratici in giro per il mondo, per poi tornare e non trovare lavoro, mentre la politica rimaneva nelle mani dei nostri compagni di scuola, politici-politici, che erano rimasti a inciuciare in Italia, al pomeriggio, agli innumerevoli convegni, spesso simili e spesso di bassissimo livello.

Ma noi, “disegni politici globali, “vision di insieme”, in quei politici-politici, che hanno iniziato da ragazzi a far riunioni su riunioni, senza prendere un libro in mano, rispetto al percorso fatto invece da noi tecnici-tecnici, necessariamente poi chiamati a fare i tecnici-politici, ancora le stiamo cercando in giro per i vari partiti, con un occhio di riguardo al PD, che almeno con le sue fondazioni fa un grande lavoro intellettuale su svariati campi del sapere. Si pensi ad esempio ed a titolo esemplificativo al lavoro molto degno di rispetto, che da qualche anno sta portando avanti la Fondazione Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi, fatta da Statisti, tecnici-politici, politici-tecnici e tecnici-tecnici, ma non o quasi da politici-politici, se non da “statisti” ripetiamo, e la differenza è abissale, come chi li presiede.

Ormai anche la pubblicità in TV se ne è accorta ripetendo spesso: “i politici pensano alle prossime elezioni e gli Statisti alle prossime generazioni”; e si è visto negli ultimi 20 anni, da quando sono scomparsi quei grandi Statisti–Boiardi di stato degli anni ’60, che hanno costruito l’Italia del dopo-guerra, nel bene e nel male. Si pensi ad Andreatta, unico politico citato nel nuovo Programma del PD “Italia di Domani”, pubblicato recentemente.

 

I politici-politici, solitamente invece sono uomini di marketing, e detentetori di piccole srl o di snc del settore e  preferiscono, alla rivista scientifica o di settore, i blogs del consesso di massa, contano gli ingressi cliccati al sito: la stessa massa che prima ha tradito il partito di Berlinguer, poi ha tradito Craxi, poi, come Scilipoti è passato magari da IDV a PDL.

 

Nel connubio energia-ambiente risiede una buona futura sinergia dei politici-tecnici e dei tecnici-politici e risiede la POLITICA dei prossimi decenni, come nella low economy del software e dell’hardware accadeva nel recente passato. Grande spazio vi è anche per i tecnici-tecnici, ma quasi per nulla per i politici-politici, se non per gli “Statisti”. Ogni politico-politico oggi si dovrebbe chiedere nella solitudine ed al buio: quanto sono Statista ? Ed agire di conseguenza, anche dimettendosi dalla poltrona che occupa in caso.

Basterebbe iniziare dai filoni di ricerca energetica del sottosuolo, che da circa dieci anni noi, geofisici ed ingegneri, tecnici-tecnici, ormai assurti a tecnici-politici (per poi non disdegnare anche l’epiteto di politici-tecnici),  in piena assunzione delle nostre responsabilità, noi che scriviamo, portiamo avanti in Italia,  a nostro personale rischio, con grande seguito, con una visione razionale pubblicata in prima pagina da Quotidiano Energia il passato 20 dicembre 2011.

I politici-politici nella accezione attuale (sempre escludendo gli Statisti!) non sono in grado di svolgere un programma energetico-ambientale, di tipo politico-tecnico nel migliore dei modi, a causa del seguente vulnus di partenza: ma come potrebbero i politici-politici  portare avanti e con urgenza un programma, come quello citato da noi su Quotidiano Energia, che ha un arco temporale di 10-20 fino a 50 anni di incubazione scientifica ? Essi sono spesso uomini e donne  d’immagine IMMEDIATA, gli servono i voti ORA e sono caratterizzati da nessuna carriera pubblica o di grande azienda alle spalle, spesso solo detentori delle suddette piccole aziende di comunicazione di corta vita (certo non di ingegneria energetica!), quando sfondano o tentano di sfondare (1 su 10000).  E per quieto vivere non facciamo nomi ! Loro riescono a convogliare decine se non centinaia di giornalisti al cospetto, che però si ritrovano a sintetizzare magari alcuni “punti di programma”, anche decine, che non hanno una vision globale unica, perché? Perché semplicemente non vi è stata ricerca, lavoro, studio, sacrificio, squadra, estero, e quanto altro dietro.

Di contro, quando noi avanziamo silenziosamente  sui complessi ed irsuti scalini di quel programma scientifico a punti energetico-ambientali, listato da Quotidiano Energia il 20 dicembre, neanche un giornalista si fa vivo, anche qualora fossimo riusciti a mandare in porto certi risultati da “delivery unit” inglese, certe nuove tecniche innovative e rivoluzionarie,  nel comparto energetico in questi anni, mesi, giorni. Basta entrare nel sito web della Fondazione Sviluppo Sostenibile per averne una idea.

In conclusione, siamo dei profondi sostenitori di coloro che approdano nella “politica” a qualsiasi età e di coloro per i quali questa  “chiamata” a mettersi a disposizione – con cognizione di causa e non per interessi personali – per la “Società civile”, per il complesso “Sistema Paese” avvenga al tempo dovuto e con il bagaglio culturale dovuto. Arrivarci prima da politici-politici e restando tali ? No, troppo semplice, troppo semplicistico. E mai è necessario senza aver lavorato in un qualsivoglia campo/amministrazione e con, ripetiamo, grande cognizione di causa e senso di responsabilità, non solo da economisti della Bocconi, ma anche come scienziati quali politici-tecnici.

Se poi la suddetta “responsabilità”, per le cose più “rognose” (rifiuti, terremoti, sicurezza sottosuolo/territorio, frane, siting infrastrutture, etc…)  i politici-politici non se la prendono più, e soprattutto se poi, i rinvii a giudizio sono uguali per tutti, per politici-politici e tecnici-politici, è consequenziale ed è giusto che da ora in poi i tecnici-politici assurgano a politici-tecnici, non demandino più nulla o quasi ai politici-politici (che quindi tra breve decadono o scompaiono, a meno che non siano “Statisti”) e decidano loro, perchè hanno strumenti e la testa per farlo.

E per tornare infine al nostro campo: la crisi economica, per chi non lo avesse capito, è strutturale, sistemica, globale è dovuta ad energia e materie prime. Come al solito nelle grandi guerre. Questa la si fa a colpi di finanza e non di carri armati.

Operativamente nell’immediato ? Intanto il Ministro Profumo dovrebbe colmare abbastanza rapidamente un vulnus notevole: tre enti di ricerca, CNR, INGV e Parco tecnologico di Trieste sono senza presidente !  Nuovi concorsi servirebbero in linea di principio, seguendo il ragionamento che ora il governo è cambiato e quindi tutto va fatto ex novo, anche solo per l’etica del nuovo sistema Monti. Altrimenti il Ministro Profumo potrebbe scardinare il disegno di Monti e dei “Draghi’s boys”… Sarebbe un flop notevole nella  filosofia di questo nuovo governo tecnico.  Il nuovo gruppo Monti sembrerebbe abbia come modello la “delivery unit” inglese. Il concetto di “delivery unit” si basa sul non pensare alle norme ed alle procedure ma ai risultati. Un esempio calzante fu il “comitato privatizzazioni” del governo Ciampi: portò al maggior numero di privatizzazioni tra il 1993 ed il 1995, tramite l’affissione di una tabella attaccata al muro, depennando via via le cose fatte da quelle da fare. Un metodo di una efficienza notevole fu considerato.

L’Italia non ha le radici politiche dell’Inghilterra, dove il capo del governo può licenziare i ministri (che là non sono di nomina politica): da noi ogni ministro in realtà non doveva, nel vecchio schema partitocratico-sindacalisto-cratico, fino a ieri,  rispondere al capo del governo, ma al partito che lo aveva  sponsorizzato. Questa è la ragione per la quale da noi una “delivery unit” sul modello inglese di Barber, Blair e Gordon Brown (o la President’s Scholarship di Singapore), non poteva decollare e lo può fare solo ora, forse, se il governo è forte come con  un mandato su di essa da parte dei suoi elettori (che ancora non c’e) o se a breve una riforma elettorale migliora la governabilità.

L’eventuale leader della “delivery unit” italiana, compresa quella che veicolerà la produzione energetica sostenibile ed un uso responsabile del sottosuolo e delle sue risorse, inclusi gli stoccaggi di gas, la geotermia, etc…  dovrà avere l’indipendenza morale, come caratteristica essenziale del proprio DNA; dovrà conoscere bene il mondo politico e quello privato, ma soprattutto dovrà essere egli stesso un esempio di meritocrazia tecnico-politica. Grazie a tale caratteristica egli godrà della fiducia di tutti e potrà selezionare i talenti stessi della “delivery unit“, compresi i presidenti dei grandi enti di ricerca italiana, senza agenzie e commissioni politiche, dato che tutti si fideranno di lui. In questo specifico caso ? Una nuova commissione specifica disciplinare per ogni ente di ricerca rimasto senza presidente, ad hoc, rapida, efficace, veloce. Un mese in tutto per imbastire un nuovo concorso. Altrimenti anche la ricerca energetica sostenibile è di fatto ferma in questi primi giorni del nuovo 2012.

di Fedora Quattrocchi – Dirigente di Ricerca INGV –(Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia); Docente a Contratto Università Tor vergata, Ingegneria Ambiente e Territorio – ed Enzo Boschi – ex-Presidente dell’INGV, Professore Ordinario Università di Bologna, Facoltà di Fisica

 

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


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Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

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Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.