Inaugurato l’impianto Revet Recycling

Bramerini: “Una nuova opportunità e più sostenibilità ambientale”

Toscana“Con l’impianto che è stato inaugurato oggi, Revet Recycling potrà gestire tutte le fasi industriali necessarie per riciclare le plastiche miste delle raccolte differenziate toscane selezionate da Revet. Un obiettivo importante, che permette di recuperare la frazione più critica, ovvero le plastiche miste, ma che apre anche la strada a nuove opportunità nel settore del riciclo, coniugando questo valore alla sostenibilità ambientale”.

Lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente e all’energia, Anna Rita Bramerini, intervenendo stamani alla cerimonia presso la sede della Revet Recycling a a Gello di Pontedera.

“Come sappiamo – ha continuato Bramerini – l’Europa e le leggi nazionali ci chiedono di privilegiare il riciclo più che la raccolta differenziata, che è un mezzo e non un fine. Per rispondere a questa esigenza la Toscana si è già da tempo attrezzata e sta continuando a farlo con sempre maggiore impegno e risorse . Siamo particolarmente soddisfatti perciò di vedere oggi i risultati di un lavoro in cui la Regione Toscana ha sempre creduto. Abbiamo infatti cofinanziato la ricerca sul progetto Plasmix coordinata da Pont-Tech in collaborazione con Pont Lab e con il Dipartimento di chimica e chimica industriale dell’università di Pisa e da oggi possiamo concretamente raccogliere i primi frutti”.

 

Il nuovo impianto della Revet Recycling
Con un investimento di 5,1 milioni di euro e una capacità di 15mila tonnellate l’anno di plasmix, ha preso vita la filiera tutta toscana di riciclo delle plastiche miste post consumo.

Il nuovo impianto ha uno sviluppo lineare di circa 120 metri ed è in grado di trattare 2500-3000 chili l’ora di materiali plastici, ovvero 15mila tonnellate di plastiche l’anno.
Le plastiche miste sono quella frazione critica delle plastiche che quasi sempre e quasi ovunque viene destinata a recupero energetico (termovalorizzatore).

Revet Recycling è la prima realtà industriale in Italia che è riuscita a sostituire la materia vergine anche in prodotti di alta gamma, come i particolari per l’automotive, o i casalinghi o gli arredi urbani (i “riprodotti in Toscana”).
Dal punto di vista occupazionale il nuovo impianto di granulazione delle plastiche miste impiegherà a regime circa 10 dipendenti.

Come funziona
Il nuovo impianto di riciclo di Revet Recycling è quanto di più attuale sotto il profilo tecnologico. Le plastiche miste vengono innanzitutto triturate, poi selezionate due volte e compattate. A questo punto il materiale è pronto per essere riciclato.
Le plastiche vengono quindi densificate e fuse, ed infine, una volta raffreddato e solidificato il materiale, viene ridotto alla dimensione voluta (granuli di diametro inferiore ai 3 mm.), pronto per essere impiegato in cicli produttivi di manufatti.
In corso studi per una filiera toscana delle plastiche eterogeneeIn Toscana ogni anno si producono 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (dato peraltro sottostimato). Ad oggi una parte consistente di questo secondo insieme finisce in discarica o viene esportata per essere bruciata altrove con evidenti costi di trasporto e trattamento.

Per questo, dall’inizio della legislatura è stata adottata una politica orientata a consolidare filiere di riutilizzo dei materiali come materie prime seconde, limitando quindi nel tempo la dipendenza da materie prime importate nonché i volumi di rifiuti avviati a trattamento e smaltimento.

In quest’ottica Irpet, ARRR e Revet, hanno avviato uno studio congiunto favorito dalla presidenza della Regione Toscana per verificare i flussi di materia delle principali filiere (carta, vetro, plastiche, legno, metalli) e le condizioni di economicità e fattibilità per lo sviluppo di filiere industriali legate al recupero di materie prime secondarie, partendo appunto dalle plastiche eterogenee e dalle opportunità aperte da un impianto come quello inaugurato oggi.
L’obiettivo è quello di procedere con valutazioni economiche e di fattibilità, anche con il contributo della Scuola Sant’Anna di Pisa, per far maturare una proposta di filiera industriale regionale nelle materie plastiche eterogenee.

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