(Rinnovabili.it) – Più del 90% della popolazione mondiale vive in luoghi dove l’inquinamento dell’aria supera i limiti di sicurezza indicati dall’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms). È il risultato di una ricerca condotta da 16 scienziati coordinati dall’Agenzia dell’Onu, che si basa su dati raccolti in 3mila località dalle stazioni di rilevamento della qualità dell’aria, su modelli predittivi e sull’analisi delle immagini satellitari. Numeri che si riferiscono al 2012 e che, per la prima volta, l’Oms dettaglia paese per paese.
Così nella classifica degli Stati più inquinati al mondo il primo posto va alla Cina, dove l’inquinamento dell’aria uccide oltre 1 milione di persone l’anno, seguita dall’India (600mila) e dalla Russia (140mila). Se i due giganti asiatici pagano lo sviluppo galoppante degli ultimi decenni, nel caso della Russia pesano invece i retaggi delle industrie pesanti di epoca sovietica.
Numeri che spingono ancora una volta l’Oms a lanciare l’allarme: l’aumento dei livelli di inquinamento è “un’emergenza per la salute pubblica”. Sotto accusa finiscono i PM10 e soprattutto i PM2.5, polveri sottili in grado di penetrare le pareti cellulari dei polmoni e associate ad un altissimo rischio per la salute. Lo studio dell’Oms ricorda che questi inquinanti sono principalmente di origine antropica: traffico veicolare, centrali a carbone, incenerimento dei rifiuti. Alcuni fenomeni naturali possono contribuire a peggiorare il quadro: è il caso dell’Iran, dove le tempeste di sabbia peggiorano sensibilmente la qualità dell’aria.
I dati dell’Oms non promuovono nemmeno l’Ue, anzi. Non bisogna scendere di molto nella classifica per trovare i primi paesi dell’Unione. Polonia e Germania sono al 15° e 18° posto, quasi appaiate con oltre 26mila morti l’anno. Appena più in basso l’Italia, terzo Stato più inquinato dell’Ue con più di 21mila morti l’anno (e 35 decessi su 100mila abitanti, due in più della Germania). In ogni caso, sono valori ben sopra la soglia dei 10 microgrammi per metro cubo indicata dall’Oms. Tra i fattori di mortalità che incidono di più in Europa, lo studio segnala l’inquinamento dovuto alle automobili. “Certi paesi hanno un parco veicoli a diesel relativamente vecchio, che sta inquinando pesantemente”, sottolinea la co-autrice dello studio Annette Pruss-Ustun.
Se si vogliono risolvere in maniera efficace il problema dell’inquinamento e quello del riscaldamento globale, ed anche le crisi geopolitiche, è necessario abbandonare progressivamente l’utilizzo dei combustibili fossili. Le alternative sono rappresentate dal nucleare e dal solare termodinamico, tenuto conto che le altre fonti “alternative” sonoo in effetti integrative. Le altre fonti non fossili che è possibile incrementare sono l’idroelettrico (già sfruttato massicciamente), il geotermico (che è possibile incrementare) e le biomasse.
Per quanto concerne il nucleare, è necessario fornire una CORRETTA informazione, anche riguardo gli eventi di Trre Mile Island, Chernobyl e Fukushima.
Per quanto concerne gli inceneritori di rifiuti, quelli attuali andrebbero sostituiti con quelli ad alta efficienza: a torcia di plasma ed ad arco voltaico.
E ci risiamo: Purtroppo i tre eventi relativi agli incidenti nucleari disastrosi sono stati ben descritti e correttamente. Non capisco, con tutto il rispetto, questa insistenza. Cordialmente Paolo Pasquinelli