Davos: l’ipocrisia delle banche sugli investimenti fossili

Prestiti, sottoscrizioni di debito, emissioni di capitale ed investimenti diretti per un totale di 1,4 miliardi di miliardi di dollari. E non sono coinvolte solo le banche, ma anche le compagnie assicurative e i fondi pensione. Secondo Greenpeace, è un gioco (di ipocrisia) al massacro.

Investimenti fossili
Credits: DrawnByShaun da Pixabay

It’s finance sector, stupid è il nuovo report di Greenpeace che denuncia gli investimenti fossili di 24 istituti bancari.

 

(Rinnovabili.it) – In occasione del World Economic Forum di Davos, Greenpeace denuncia 24 banche di aver attuato investimenti fossili e fornito sostegni finanziari al settore degli idrocarburi per 1,4 miliardi di miliardi di dollari da quando l’accordo di Parigi ha fissato i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni.

 

Macchiandosi di “ipocrisia”, la cooperazione finanziaria degli istituti bancari con le imprese di combustibili fossili comprende prestiti, sottoscrizioni di debito, emissioni di capitale ed investimenti diretti. Nel report pubblicato da Greenpeace, dal titolo It’s the finance sector, stupid, si mostra anche come alcune importanti compagnie assicurative e fondi pensione, impegnati in questi giorni a Davos, siano i principali sostenitori di interi settori industriali altamente inquinanti.

 

>>Leggi anche Finanza sostenibile: ma da che parte stanno le banche?<<

 

I dati sugli investimenti fossili, raccolti da BankTrack (organizzazione che monitora il settore finanziario), mostrano che JP Morgan, la banca d’investimento di Wall Street, ha fornito dal 2015 a oggi circa 195 miliardi di dollari a società di combustibili fossili. Inoltre, dieci delle principali banche al mondo hanno fornito al settore fossile circa 1 miliardo di miliardi di dollari di aiuti finanziari. Oltre a quello di JP Morgan, si trovano i nomi di Citi, Bank of America, RBC Royal Bank, Barclays, MUFG, TD Bank, Scotiabank, Mizuho e Morgan Stanley. Ma la maggiore preoccupazione di Greenpeace riguarda i fondi pensione, tre dei quali detengono investimenti fossili per almeno 26 miliardi di dollari. Si tratta del piano pensionistico degli insegnanti dell’Ontario, del comitato per gli investimenti del piano pensionistico del Canada e del PensionDanmark.

 

Tutto questo avviene, sottolinea l’associazione ambientalista, mentre alcune società finanziarie pubblicamente affermano di star facendo fronte alla crisi climatica (soprattutto dopo aver visto crescere le preoccupazioni dell’opinione pubblica), citando iniziative come i green bond e le linee guida ONU sugli investimenti responsabili. Ad esempio, BlackRock, la più grossa società di investimento al mondo, ha annunciato che avrebbe posto la sostenibilità al centro del suo modello di investimento attivo. Tuttavia, il braccio di investimento passivo continuerà ad investire in aziende di combustibili fossili.

 

>>Leggi anche Investimenti fossili: serve più impegno dal settore finanziario<<

 

“Le banche, gli assicuratori e i fondi pensione qui a Davos sono colpevoli dell’emergenza climatica, ha dichiarato Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International, “e nonostante gli avvertimenti, stanno alimentando un’altra crisi finanziaria globale sostenendo l’industria dei combustibili fossili”.

Articolo precedenteUE: inizia la consultazione sulla border carbon tax
Articolo successivoPannelli solari trasparenti e flessibili grazie a microfili di silicio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!