ISF Forestry Crime Project: WWF e INTERPOL insieme contro il crimine ambientale

Il progetto permetterà una migliore coordinazione di tutte le parti in causa, facilitando sia le operazioni di indagine che di accertamento dei reati ambientali

crimine ambientale
Credit: Daniel Beilinson (CC BY-SA 2.0)

 

In termini finanziari, il crimine ambientale risulta il terzo settore illegale più redditizio al mondo, con un giro d’affari nel 2018 stimato tra i 110 e i 281 mld

(Rinnovabili.it) – Il WWF e l’International Criminal Police Organization (INTERPOL) hanno annunciato una rete di partenariato che riunirà le forze dell’ordine statali, le organizzazioni ambientaliste e gli esperti forestali al fine di “aggiornare i meccanismi di lotta alla criminalità forestale”.
Durante l’incontro per la definizione del progetto, l’INTERPOL ha informato che in termini finanziari quello ambientale risulta ad oggi il terzo settore criminale più grande al mondo. Solo nel 2018, il giro d’affari criminosi ammontava a circa 110-281 miliardi di dollari, di cui 51-152 miliardi derivanti da pratiche di disboscamento illegale.

Il crimine ambientale, incluso quello strettamente forestale, risulta oggi un problema internazionale. Abbiamo lanciato il progetto ISF Forestry Crime Project con il sostegno dell’Unione Europea per coordinare sforzi ed esperienza di INTERPOL, WWF e autorità giudiziarie dell’Europa centrale e orientale”, ha spiegato Johannes Zahnen di WWF Germania. “I risultati di questo lavoro congiunto fungeranno da base per la formazione di polizia, funzionari doganali, autorità ambientali, pubblici ministeri e giudici”. 

 

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L’INTERPOL ha registrato gravi violazioni – disboscamento illegale, corruzione, evasione fiscale e riciclaggio di denaro – in tutta la filiera del legno, dal trasporto alla lavorazione, fino all’esportazione dei prodotti finiti.
Per combattere questo tipo di criminalità, gli agenti dell’Organizzazione utilizzano generalmente un approccio inter-agenzia, svolgendo azioni investigative a diversi livelli e supportando quando necessario le indagini avviate delle forze dell’ordine locali. 

 

Il progetto permetterà una migliore coordinazione di tutte le parti in causa, facilitando sia le operazioni di indagine che di accertamento del crimine ambientale: “Spesso – ha evidenziato Zahnen – risulta molto difficile conoscere la provenienza esatta di una materia prima (in questo caso il legname) se ottenuta illegalmente, soprattutto quando accompagnata da documenti falsi. In laboratorio, tuttavia, possiamo ottenere le informazioni di cui necessitiamo, come appunto la varietà o la provenienza, attraverso l’analisi del materiale. Ciò si è già dimostrato essere un aiuto fondamentale per le forze dell’ordine, i pubblici ministeri e i giudici” 

 

Alcuni dei più recenti metodi di ricerca, come l’analisi delle immagini satellitari e l’analisi del DNA e degli isotopi nel legno, sono infatti già stati applicati in Ucraina. “Durante l’implementazione del Forest Watch Project – ha spiegato Dmytro Karabchuk di WWF Ucraina -, i nostri esperti hanno per esempio accertato operazioni illegali attraverso l’utilizzo di fotografie satellitari multi-tempo o l’analisi comparativa di immagini, mappe forestali e permessi ufficialmente concessi”. 

Tuttavia, simili operazioni contro il crimine ambientale e forestale risultano ad oggi inattuabili in molti paesi europei a causa, anche, di difformità e carenze legislative: secondo l’organizzazione ambientale non governativa Client Earth, addirittura 28 Paesi dell’Ue dovrebbero modificare la loro legislazione al fine di facilitare l’implementazione di metodi congiunti e pratiche come quelle sopra descritte. In particolare, sottolinea l’organizzazione, in fatto di crimine ambientale, la proporzionalità delle sanzioni dovrebbe essere equiparata in modo tale che per la stessa violazione non sia prevista, come è oggi, una multa di 100.000 euro in un Paese e di oltre un milione di euro in un altro. 

 

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