In Italia 1° impianto di compostaggio della Posidonia spiaggiata

E’ partito il progetto italo-tunisino Medcot studierà la rimozione della Posidonia dalle spiagge a basso impatto ambientale, valorizzando il rifiuto con la trasformazione in compost ed energia

In Italia primo impianto di riciclo della Poseidonia spiaggiata

 

 

(Rinnovabili.it) – Tutto è pronto in Italia per l’allestimento del primo impianto di compostaggio della Posidonia spiaggiata, a livello nazionale. A darne l’annuncio è stato solo qualche giorno fa il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti  in occasione della presentazione del progetto “Medcot”, iniziativa   cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia. Avviato ad aprile di quest’anno, Medcot, nasce con l’obiettivo di definire una strategia d’azione per la protezione e lo sviluppo sostenibile delle coste, favorendo uno sviluppo economico delle comunità locali, che dall’utilizzo dei litorali possono programmare un concreto rilancio delle attività turistiche. In questo contesto un ruolo determinante lo svolgono le azioni di smaltimento della Posidonia spiaggiata, pianta acquatica che si accumula sui litorali limitando la fruizione delle aree balneari nelle località ad alta vocazione turistica.

 

Nell’ottica della riqualificazione e fruizione delle litoranee sottoposte al fenomeno di spiaggiamento della pianta, il  progetto si pone l’obiettivo di trasformare questo rifiuto in una risorsa attraverso due approcci differenziati e complementari: in Tunisia, nel Comune di Hammam-Lif, si procederà alla rimozione delle cause che hanno prodotto il fenomeno dello spiaggiamento della Posidonia; in Sicilia, a Marinella di Selinunte, si procederà alla sua trasformazione in compost e allo studio di una metodologia per la produzione di energia. In questo contesto la realizzazione dell’impianto di compostaggio della Posidonia permetterà la pulitura, la triturazione e la preparazione della biomassa al fine di ottenere compost di alta qualità in tempi contenuti, che possa poi essere utilizzato in agricoltura o messo in commercio per finanziare, in parte, i lavori di rimozione e lavorazione della pianta spiaggiata. Attraverso questo protocollo di lavorazione, potrà  inoltre essere trasformata in combustibile per la produzione di energia.

 

Questa iniziativa e l’esempio di come si possa puntare sull’ambiente per aiutare la crescita e lo sviluppo dei territori, coniugando l’ambiente con lo sviluppo, in questo caso del turismo”, ha affermato Galletti, sottolineando che “il progetto mira principalmente alla salvaguardia dell’ambiente, ma c’è anche un connubio tra ambiente, agricoltura, energia, rilancio del turismo, innovazione tecnologica”, su cui “l’Italia in futuro potrebbe costruire una filiera produttiva”. I risultati attesi da Medcot prevedono la  predisposizione di linee guida per il recupero di aree costiere sottoposte ad accumuli di Posidonia e la definizione di una metodologia standardizzata per il suo recupero.

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4 Commenti

    • Buonasera Isabella, a noi risulta che il progetto a cui lei fa riferimento abbia studiato la fattibilità della produzione del compost in via sperimentale, o comunque su piccola scala. La notizia riportata su Rinnovabili.it fa invece riferimento ad un impianto commerciale. Nel caso avessimo informazioni sbagliate, ci farebbe piacere avere maggiori dettagli sull’impianto del progetto PORPURA.

      • se Medcot è un processo commerciale, allora vi è una compravendita del prodotto (compost). Perchè non riesco a trovare prezzi e disponibilità, nemmeno a livello locale?

  1. La Posidonia oceanica non è un’alga, ed è una pianta estremamente diversa dalle alghe. In più, lo spiaggiamento dei residui vegetali della Posidonia è un fenomeno naturale, e la loro asportazione accelera l’erosione delle spiagge e distrugge un bel po’ di organismi che vivono proprio sotto i cumuli spiaggiati. Un bell’autogol.

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