Italia verso una nuova era degli inceneritori

Le modifiche alla direttiva rifiuti apportate dalla Commissione europea permetteranno agli inceneritori del Sud Europa di ricevere sussidi pubblici

Italia verso una nuova era degli inceneritori

 

(Rinnovabili.it) – Italia, Portogallo, Spagna e sud della Francia potrebbero vedere una nuova era degli inceneritori. Progetti costosissimi, altamente contestati e controversi, eppure nei Paesi europei più caldi d’ora in poi potrebbero godere degli incentivi del governo. Lo stabilisce una modifica alla direttiva sui rifiuti, recentemente pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.

Essa, denominata climate correction factor (fattore di correzione clima) prevede che alcuni inceneritori, nell’Europa meridionale, siano riclassificati automaticamente come impianti di recupero di energia, facendo un balzo verso l’alto della gerarchia del trattamento dei rifiuti e superando le discariche.

 

Il climate correction factor calcola l’efficienza dell’inceneritore in base ai giorni che necessari a fornire calore alla zona in cui si trova. Le condizioni climatiche locali, infatti, influenzano i quantitativi di energia che possono essere usati o prodotti sotto forma di elettricità, riscaldamento, raffreddamento o vapore.

La Commissione europea, che ha introdotto questa implementazione, giustifica la promozione degli impianti di incenerimento con la necessità di tagliare la quantità di rifiuti che Paesi come l’Italia smaltiscono ancora in discarica. Vista la situazione piatta, sembra dire Bruxelles, è preferibile avere un inceneritore piuttosto che aspettare l’adeguamento di località immobili dal punto di vista della raccolta differenziata. Gli impianti di recupero energetico sono autorizzati a processare anche rifiuti provenienti da altri Paesi.

 

Italia verso una nuova era degli inceneritori 1

 

Circa 30-35 impianti vedranno un aggiornamento del loro status, più o meno il 10% di quelli esistenti secondo le stime della CEWEP, la Confederazione europea degli impianti Waste-to-Energy.

Qualcuno però si contrappone a questa scelta di privilegiare l’incenerimento: Joan Marc Simon di Zero Waste Europe ha criticato il fattore di correzione, definendolo un «trucco politico» che consente alla Commissione di sostenere che l’Europa sta riducendo lo smaltimento dei rifiuti.

«Non ci aiuterà nel percorso verso un’economia circolare – ha detto Simon – Gli incentivi economici per l’incenerimento dei rifiuti, che si tratti di operazioni di recupero o meno, continueranno ad essere superiori a quelli destinati a riuso e riciclo. Questo contraddice la gerarchia dei rifiuti».

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10 Commenti

  1. Si omette di precisare che una quota rilevante di carta e cartone non è idonea al riutilizzo in quanto sporca di residui organici e molti cibi non possono essere utilizzati nel compost .

    Nei luoghi ad alta intensità turistica la differenziata è pura utopia .

    • sin quanto non si interviene a monte il problema non ha soluzioni. Ascrivere a comportamenti individuali soluzioni di un problema che ha molti interessati affinché permanga non ci porta molto lontano così come demandare ai Comuni la soluzione quando le regole sulla produzione sono in capo allo Stato o la UE dove i veri comandanti del vapore sono le lobbies. Il permanere di sussidi che nascondono l’inefficienza di un sistema è la dimostrazione di quanto questo problema resti lontano da una vera e duratura soluzione

    • I cibi e i materiali organici che non possono essere compostati con il sistema aerobico, possono esserlo con quello anaerobico, e questo vale anche per la carta che è cellulosa quindi organica, ci sono batteri che degradano le sostanze chimiche derivate dal petrolio… le tecniche ci sono, sono econmiche e molto efficenti.

    • informazione assolutamente parziale e non veritiera che fa comodo alle multy utility per avere carta da usare come combustibile per gli inceneritori- stesso discorso per il cibo perché è tutto itilizzabile per fare compost

    • Sig. Poli é esattamente come dice lei, e purtroppo nella mia attività informativa di tecnico ambientale non riesco quasi mai a inculcare questa grande verità a causa delle fiabe raccontate dai vari ambientalisti che prendono ad esempio paesetti di 5000 abitanti con differenziata al 75% per proporre la stessa metodica di risoluzione in città da 300mila..

      Riguardo all’ articolo, guardo con favore a questa indicazione europea che finalmente restituisce dignità all’ incenerimento, da sempre il metodo più efficiente e più ‘rinnovabile’ (nel senso ambientale del termine) tra i metodi di trattamento.

      • vorrei precisare che il consorzio contarina a treviso che conta oltre 500.000 abitanti raggiunge quota 80% di rifiuti riciclati

  2. il titolo è fuorviante perché con l’adozione della nuova forumula per la classificiazione R1 degli impianti di incenerimento di rifiuti non si apre nessuna nuova era ma anzi di favoriscono i gestori degli impianti industriali (fra l’altro classificati come industrie pericolose di classe A) così che possano ottenere aumenti considerevoli di contributi liberali (pagati dai cittadini contribuenti nella bolletta energetica), i famosi Cip6 e fare speculazione finanziaria senza ritorni ne vantaggi per i cittadini. La nuova formula R1 consentirà a impianti vetusti ed obsloti (in Italia siamo famosi per essere in un ritardo spaventoso su questa tecnologia) di bruciare fino al 50% in più di rifiuti non solo Urbani ma anche speciali (e forse anche pericolosi) provenienti da ogni parte d’Italia.
    Alla faccia degli obiettivi comunitari di riduzione dei rifiuti, recupero di materiali, riuso e riciclo e di buone pratiche di economia circolare. Questa vicenda consentirà solo di incrementera forme sempre più verticistiche di economia !!!!

    • Fuorviante è citare una circolare in cui gli impianti davvero pericolosi sono in classe B. Gli inceneritori non sono impianti pericolosi (hanno emissioni molto contenute) e come certificato da Silvio Garattini e da Umberto Veronesi, non sono responsabili dei tumori.

      • I materiali organici vegetali e animali che fine fanno? Vengono mangiati da animali che li bruciano per vivere, trasformandoli in anidride carbonica e acqua. I materiali organici non biodegradabili come le plastiche li devo bruciare col fuoco per portarli ad anidride carbonica e acqua, se così non faccio plastiche, colle, coloranti,tutto ciò che è organico non biodegradabile inventato da soli cento anni sommergerà la biosfera. Il vetro e i metalli sono virtualmente riciclabili all’infinito passando per una fornace.

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