Margherite mutate e foreste radioattive: Fukushima è ancora in allarme

Greenpeace rivela: nei terreni bonificati misurato valori di radioattività 10 volte superiori a quanto consentito per la salute

Margherite mutate e foreste radioattive: Fukushima è ancora in allarme

 

(Rinnovabili.it) – A quattro anni dal disastro della centrale nucleare di Fukushima, l’area continua ad essere una vetrina per le mutazioni genetiche. Le ultime, solo in ordine di tempo, a ricordarci i possibili effetti delle radiazioni nucleari, sono quelle che immortalate da un fotografo giapponese nella città di Nasushiobara, che si trova a circa 110 km dall’epicentro dell’incidente. La foto scattata, e divenuta velocemente virale sui social, ritrae delle semplici margherite nate con gambi e corolle sono fusi fra loro. La bizzarra anomalia, va detto, non è così rara e può avere cause diverse da quelle della contaminazione radioattiva, ma nella zona in questione – riferisce il fotografo nel suo tweet – si registrava un valore di 0,5 μSv/h a 1m dal suolo; il sievert (sv) misura gli effetti biologici dovuti alla dose di radiazione assorbita e la dose registrata sarebbe sopra a quella della radioattività naturale che sarebbe di circa 0,10 – 0,20 µSv/h.  Il governo di Tokyo però ha già predisposto i piani per il reinsediamento della popolazione nelle aree sfollate dopo l’incidente, convinto di riuscire a decontaminare le zone più lontane in tempi brevi.

 

Lavori di decontaminazione
Lavori di decontaminazione

 

L’allarme però non è cessato come ci svela oggi Greenpeace. In una recente inchiesta, l’associazione ambientalista spiega che la contaminazione radioattiva nelle foreste e nei terreni di Iitate, distretto della prefettura di Fukushima, è così estesa e a livelli ancora così alti che per i residenti sarà impossibile tornare alle proprie case in sicurezza. L’indagine di Greenpeace mostra come nel distretto di Iitate (tra 28 e 47 chilometri dalla centrale) la radioattività si sia per lo più depositata su colline e montagne rendendo impossibile una decontaminazione completa. Soprattutto nei tempi prospettati dal Governo. Persino nei terreni bonificati, l’associazione ha misurato valori di radioattività superiori a 2 µSv/h, equivalenti a una dose annuale di radiazioni di oltre 10mSv, dieci volte la dose consentita per il pubblico.

 

 

 

«Il primo ministro giapponese Abe vorrebbe far credere ai cittadini che il programma di decontaminazione in corso a Fukushima riporterà la radioattività a livelli accettabili, consentendo alle persone evacuate di tornare vivere nelle loro case. Ma si tratta di una politica destinata al fallimento. Le foreste di Iitate sono un’enorme riserva di radioattività che resterà un pericolo diretto e una sorgente di potenziale ricontaminazione per secoli. La completa decontaminazione è impossibile», afferma Jan Vande Putte, esperto in radioprotezione di Greenpeace Belgio. «Forzare i risedenti a tornare in aree insicure e altamente radioattive è una decisione tutta politica, presa per ragioni economiche, che non poggia su dati scientifici e non si cura della salute pubblica».

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4 Commenti

  1. Scrive Paolo Attivissimo su attivissimo.blogspot.ch:

    il sito antibufala Snopes.com ha verificato i fatti: la foto mostra davvero delle margherite fotografate dall’utente Twitter @San_kaido ed è stata pubblicata il 27 maggio scorso. Risulta inoltre che la foto è stata effettivamente scattata in Giappone, nella zona di Nasushiobara.

    Ma l’idea che la forma insolita delle margherite sia dovuta alle radiazioni è soltanto una congettura dell’utente e non è supportata da alcuna prova.

    Per contro esiste un fenomeno naturale, chiamato fasciazione, che produce gli stessi effetti, come documentato da varie fotografie scattate in luoghi ben lontani da Fukushima e da altri incidenti nucleari, per esempio in Olanda o nell’Idaho.

    In altre parole, anche se l’incidente di Fukushima ha certamente avuto effetti sulla vegetazione nella zona, questa fotografia non dimostra affatto che quelle margherite sono mutate a causa delle radiazioni.

    Diffonderla senza questa precisazione serve solo ad alimentare inutilmente l’angoscia nelle persone.

    • Non dimostra neppure il contrario. L’aumento dei danni correlati alle radiazioni nell’area è comprovato e la dose Sievert rimane alta. Con il piano del Governo per ripopolare le aree colpite, avere persone che si preoccupano e si fanno delle domande è necessario, fosse anche per via di una margherita che sarebbe nata così anche dall’altro capo del mondo.

  2. Per chi non lo sapesse la misura delle radiazioni a fukushima viene fatta tenendo sotto controllo la radiattività con strumentazione apposita, ma anche controllando il latte delle mucche…piuttosto che le deformazioni.
    Il mitovo è semplice: le mucche mangiano quintali d’era, se l’erba è radioattiva anche il latte è radioattivo (e vi si possono vedere gli inquinanti), infine hanno costretto migliaia di allevatori a buttare il latte contaminato da anni.
    Le mutazioni di insetti, piante, animali sono qualcosa di casuale e statistico.
    Nel caso in questione la fasciazione della margherita non necessariamente è un sintomo del nucleare, ma la statistica di una campagna di valutazione delle mutazioni ha senso, poichp valuta se vi sono aumenti o diminuzioni delle mutazioni.
    Nello stesso post di attivissimo: http://attivissimo.blogspot.it/2015/07/antibufala-le-margherite-mutanti-di.html hanno infatti indicato un video documentario della BBC che seguiva per l’appunto una campagna statistica atta a valutare le mutazioni nella flora e fauna vicino Tchernobyl
    https://www.youtube.com/watch?t=241&v=TG-nwQBBfmc
    trovando per l’appunto che vi sono state percentuali maggiori di mutazioni.
    Ma le mutazioni vi sono anche in natura se com’è evidente si è passati dalla scimmia all’homo sapiens fino all’imbecille pro-nucleare.

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