Cina: in vista della COP15, punta sulle nature-based solution

Si chiamano nature-based solution (NBS) e sono soluzioni naturali, basate su pratiche tradizionali e locali, volte a proteggere gli ecosistemi. In attesa della COP15, la Cina guarda alle NBS come soluzioni per la decarbonizzazione e il raggiungimento della resilienza al cambiamento climatico.

nature-based solution
Credits: wal_172619 da Pixabay

A fine 2020 si terrà in Cina il vertice Onu sulla Biodiversità. Per questo, il paese promuove le nature-based solution contro il climate change

 

(Rinnovabili.it ) – Le nature-based solution (NBS, soluzioni basate sulla natura) sono azioni volte a proteggere e gestire in modo sostenibile gli ecosistemi naturali. Fondamentali per affrontare la crisi climatica, le NBS sono in grado di mitigare circa 12 miliardi di tonnelate di CO2 all’anno, contribuendo in modo consistente agli obiettivi climatici del 2030, secondo il Global Compact delle Nazioni Unite. Ciò le rende essenziali per aiutare i paesi a raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, decarbonizzare le loro economie e costruire resilienza in un mondo trasformato dai cambiamenti climatici.

 

In vista della COP15 sulla Biodiversità, che si terrà a Kunming (Cina) alla fine del 2020, la potenza asiatica sta cercando di promuovere all’interno dei suoi confini le nature-based solution. Un esempio che va in questa direzione è la conservazione delle mangrovie, impiegate come una delle numerose soluzioni marine naturali per un pianeta soggetto al riscaldamento globale. Le mangrovie, infatti, catturano il carbonio e proteggono le coste dall’erosione e dai gravi impatti climatici, specie nelle aree meridionali di Guangdong, Guangxi e Hainan. I cosiddetti “restauri di mangrovie” sono stati condotti nel paese a partire dagli anni ’50, per opera del tutto spontanea delle comunità locali del sud della Cina. Da quando la prima riserva nazionale di mangrovie è stata creata a Hainan negli anni ’80, la Cina possiede 52 aree protette, che coprono 15.944 paludi di mangrovie.

 

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Wang Yi dell’Accademia Cinese delle Scienze ha affermato che, nell’ambito delle NBS, un approccio bottom up (cioè dal basso, che nasce dal coinvolgimento delle comunità locali) è molto più efficace di un approccio top down (vale a dire calato dall’alto), proprio al fine di condividere e costruire le migliori pratiche possibili di soluzioni basate sulla natura. Infatti, la gestione locale delle risorse naturali è vitale per il progresso delle nature-based salution e i nuovi progetti per la protezione della biodiversità si fondano sull’importanza delle conoscenze e delle pratiche tradizionali di conservazione degli ecosistemi, così come nella condivisione dei benefici delle risorse.

 

Rispetto a questi temi, uno dei punti critici che la Cina dovrà affrontare riguarda la necessità di migliorare la sostenibilità nel settore dell’importazione di legname dalle foreste tropicali. Su Haiyin, funzionaria della National Forestry and Grassland Administration, ha affermato che il paese può svolgere “un ruolo attivo nella governance forestale globale e nell’affrontare il disboscamento illegale”. Le società cinesi, infatti, sono attualmente sotto pressione per ridefinire un commercio di legname legale e sostenibile, seguendo le nuove richieste che vengono da Pechino.

 

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La volontà politica, dunque, appare come necessaria per migliorare la conservazione della biodiversità. A questo proposito, basti pensare ai benefici della recente messa al bando dell’avorio in Cina: la scelta di Pechino è stata salutata come una svolta storica da parte di molti gruppi ambientalisti, perché costituisce un freno importante a quella parte di commercio di avorio del tutto illegale che prolifera grazie al bracconaggio e alla grande richiesta da parte dei mercati dell’Asia orientale. I traffici illeciti, infatti, viaggiano in parallelo a quelli legali: senza diminuire i secondi è pressoché impossibile eliminare i primi.

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