Nuovi OGM, l’Europa rinvia la valutazione giuridica

La Commissione Ue sta lavorando per decidere se gli OGM 2.0 vanno approvati senza etichettatura né valutazione dei rischi

Nuovi OGM l'Europa rinvia la valutazione giuridica

 

(Rinnovabili.it) – L’Europa prende tempo sugli OGM 2.0. Nonostante fosse attesa entro fine 2015, l’analisi giuridica che la Commissione Ue doveva pubblicare in merito alle nuove tecniche di coltivazione delle piante ingegnerizzate è stata spostata al 30 marzo. Poi è slittata per la seconda volta.

Adesso, secondo quanto rivela Euractiv, non si sa quando la valutazione arriverà a compimento. La materia è scottante: il mondo della scienza, infatti, ha affinato queste nuove tecniche (New Breeding Techniques – NBT) per aggirare la normativa europea e fornire alle imprese una possibilità di riuscire a commercializzare in Ue prodotti oggi vietati.

Dopo la valutazione giuridica della Commissione, che potrebbe aprire la porta a questi nuovi organismi geneticamente manipolati, l’ultima parola spetterà alla Corte Europea di Giustizia.

Le NBT sono riuscite là dove anni di lobbying sfrenato non hanno fatto breccia, a causa della vasta opposizione pubblica. Con questi procedimenti, sviluppati negli ultimi anni, la definizione di OGM scritta dalla Commissione europea nella direttiva del 2001 potrebbe essere stata superata. Essa stabilisce che OGM è «un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale».

 

Nuovi OGM l'Europa rinvia la valutazione giuridica 4Ma oggi gli scienziati riescono a manipolare genoma senza che nessun DNA estraneo finisca nelle piante create in laboratorio. I ricercatori sono riusciti a sopprimere i geni presenti nel corredo genetico dei vegetali senza ricorrere ad un vettore batterico.

L’industria si trova ora in posizione di vantaggio, desiderosa di scardinare le barriere europee che fino ad oggi l’hanno tenuta lontano dai consumatori. La Commissione ha perso otto anni intorno ad una revisione della direttiva. Nel 2007, Bruxelles ha messo in piedi un gruppo di lavoro (New Techniques Working Group) per valutare se tecniche di manipolazione genetica come la cisgenesi, la nucleasi a dito di zinco o l’agroinfiltrazione [per maggiori informazioni leggi Gli OGM 2.0 saranno legali anche in Italia?].

Ma vi è il concreto pericolo che la pressione delle multinazionali (tra cui Monsanto, Dow, Syngenta, Bayer e Basf) riesca a influenzare il processo decisionale, permettendo ai nuovi OGM di sfuggire alle valutazioni di impatto e all’etichettatura. Per raggiungere questo obiettivo, l’industria ha messo in piedi nel 2011 una organizzazione lobbistica denominata NBT Platform, il cui obiettivo è ottenere l’esenzione dalla direttiva per tutte, o quantomeno la maggior parte, delle nuove tecniche.

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