Le Olimpiadi invernali 2018 macchiate dalla deforestazione

Gli organizzatori dei Giochi in Corea del Sud hanno avallato la deforestazione irreversibile di 23 ettari di foresta secolare per costruire piste da sci

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(Rinnovabili.it) – In Corea del Sud, Paese organizzatore delle Olimpiadi invernali 2018, non vanno tanto per il sottile. Per fare posto ad una pista da sci, hanno avallato la deforestazione di un’area di 23 ettari nella contea di Pyeongchang, che la tradizione considera intoccabile. Si tratta di una foresta di 500 anni ai piedi di un monte sacro per le sue connessioni con la dinastia regnante Chosun. Gli ambientalisti sono sul piede di guerra, e non si fidano delle rassicurazioni ufficiali che lo stato dei luoghi verrà ripristinato dopo i Giochi. La devastazione del sito, alle pendici del monte Gariwang, ha coinvolto decine di migliaia di alberi, tra cui specie antiche e rare. I movimenti di opposizione l’hanno definito un disastro ecologico.

Il monte Gariwang è stato scelto per ospitare eventi di sci alpino, perché è l’unico dei 10 siti candidati a soddisfare i requisiti della Federazione Internazionale di Sci. Le gare di questa disciplina, infatti, devono ad esempio aver luogo a un’altitudine di almeno 800 metri sul livello del mare.

 

Le Olimpiadi invernali 2018 macchiate dalla deforestazione

 

Green Korea United sostiene che i danni per l’ecosistema della zona saranno irreparabili, ma una petizione online, che chiedeva di predisporre un’Olimpiade veramente all’altezza degli ideali di sostenibilità ambientale, non ha raggiunto il suo scopo. Tutto ciò che la protesta è riuscita ad ottenere, è la promessa del comitato organizzatore e delle autorità locali di piantare oltre 1.200 alberi dopo l’evento e ripristinare l’habitat naturale. Secondo esperti forestali citati dal Guardian, si tratta di un impegno impossibile da mantenere. Un rapporto pubblicato dagli attivisti nel giugno di quest’anno rileva che dei 58 mila alberi già rimossi dal sito, solo 181 saranno ripiantati.

Inoltre, le sostanze chimiche utilizzate per trattare il suolo e creare la neve artificiale apporteranno mutamenti irreversibili nell’area, rendendo la terra incapace di nutrire le piante. L’aumento dei costi che sempre si verifica rispetto alle stime ex ante, sarà infine un ottimo argomento per evitare qualsiasi ripristino. Serpeggia il sospetto, e forse anche qualcosa di più, che il sito verrà trasformato in un’attrazione turistica per consentire agli organizzatori di recuperare parte degli investimenti.

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