Olio di palma, deforestazione, Ebola: c’è un nesso

Le monocolture utili al commercio dell’olio di palma, ottenute con la deforestazione, faciliterebbero il diffondersi di agenti patogeni come Ebola

Olio di palma deforestazione Ebola c'è un nesso_

 

(Rinnovabili.it) – Ebola, deforestazione e olio di palma. Sembra esserci un legame fra questi tre fenomeni, che interessano l’Africa in questo momento. C’è infatti un filone di ricerca scientifica che sta rilevando un ruolo significativo nella diffusione del contagio a partire da diverse colture, compresa quella (molto diffusa) dell’olio di palma. Anche un rapporto appena pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità sembra convalidare l’ipotesi che la deforestazione ha contribuito a propagare il virus.

 

I ricercatori della University of Minnesota, la FAO e altre istituzioni, hanno infatti ipotizzato che per colpa di gravi alterazioni negli ecosistemi forestali sia stato rotto un equilibrio che teneva il virus nel profondo delle foreste, lontano dagli insediamenti umani.

Nel loro commento, gli scienziati del Minnesota sostengono che Ebola sta circolando nella regione da anni, e che non si tratti di un focolaio spontaneo, come spesso sostenuto. Piuttosto, gli autori suggeriscono una nuova ipotesi: la distruzione delle foreste vergini e la sostituzione con vaste monocolture, ha facilitato il passaggio del virus dalla fauna selvatica agli ospiti umani. Oggi più che mai le trasformazioni dell’ecosistema stanno mutando il volto dell’Africa: le multinazionali hanno spremuto l’Indonesia, e ora si avventano sul continente nero, con l’appoggio dei governi.

 

Anche se il consumo di carne di animali selvatici è comunemente ritenuto il punto di trasferimento dell’Ebola dagli animali all’uomo – e potrebbe effettivamente essere all’origine di alcuni focolai – gli esperti sottolineano che altre probabili fonti sono gli animali cacciati dalla foresta dall’espansione agricola senza quartiere. Le piantagioni di palma da olio, ad esempio, diventano una nuova casa per i pipistrelli della frutta (Pteropodidae).

Diverse specie di questi pipistrelli sono portatrici sane di Ebola, che può poi essere trasmesso ai lavoratori delle piantagioni e di qui ai villaggi vicini.

Gli ecosistemi vergini spesso contengono agenti patogeni come Ebola, spiegano gli scienziati. E la deforestazione di queste zone può costare una diffusione incontrollata. «Il taglio delle foreste in Guinea può aver abbassato la ‘temperatura’ ecosistemica di sotto della quale il virus può essere ‘sterilizzato’ e controllato», spiegano.

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