ONU: “integrare i diritti umani alla tutela ambientale”

Steiner: “i diritti umani e l’ambiente possano svolgere un ruolo integrato e indivisibile nella realizzazione dello sviluppo sostenibile”

(Rinnovabili.it) – Un quinto del tasso di malattia nei paesi in via di sviluppo può essere collegato a fattori di rischio ambientali. Esiste ormai una causalità diretta comprovata tra la malaria e il deterioramento degli ecosistemi, in particolare in quelle aree naturali alterate da progetti di irrigazione, dighe, cantieri edili, acqua stagnante e scarso drenaggio e lo stesso collegamento è stato osservato anche con altre patologie trasmesse da vettori. Davanti a queste evidenze scientifiche, l’Onu chiede oggi che la legge si apra ad un nuovo approccio sulle tematiche integrando i diritti umani alla tutela ambientale.

E per evidenziare ancor meglio le modalità con cui affrontare l’impatto del degrado ambientale sulle popolazioni più povere e vulnerabili del mondo, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti dell’uomo e il Programma Ambientale delle Nazioni Unite hanno presentato oggi, nella cornice di Rio+20, un nuovo rapporto dal titolo “Human Rights and the Environment”. Il documento sostiene che integrare i due temi a livello normativo potrebbe favorire lo sviluppo sostenibile e un’economia più verde che riconosca che gli ecosistemi sani sono il presupposto necessario per la riduzione della povertà. “Questo rapporto descrive come i diritti umani e l’ambiente possano svolgere un ruolo integrato e indivisibile nella realizzazione dello sviluppo sostenibile e nell’accesso equo ai beni primari, dimostrando come ambiente e politiche dei diritti dell’uomo si influenzino a vicenda”, ha spiegato il sotto segretario Onu e direttore esecutivo dell’Unep Achim Steiner. Secondo il rapporto, questo approccio è in grado di far una maggiore chiarezza sugli impatti base di varie attività economiche e di aumentare la legittimità di attività, programmi e politiche, integrando preoccupazioni sociali con obiettivi ambientali. Potrebbe inoltre costituire uno strumento efficace per garantire la responsabilità dei governi e del settore privato per ciò che concerne l’impatto delle loro attività sull’ambiente e i diritti umani.

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