Crescono orti “bio” negli istituti penitenziari minorili

Al via sei corsi di orticoltura biologica e l’impianto di altrettanti orti nelle strutture di detenzione minorie di sei regioni italiane. Obiettivo: valorizzare la biodiversità locale

Crescono orti "bio" negli istituti penitenziari minorili(Rinnovabili.it) – Associare la nascente passione ecologica per gli orti biologici agli strumenti di recupero sociale dedicati ai giovani. Nasce così il progetto di AIAB “Ricomincio dal Bio”, iniziativa di formazione e nel contempo di valorizzazione delle risorse del territorio che sta prendendo vita negli istituti penitenziari minorili di sei regioni italiane. Ad essere coinvolti, attraverso corsi pratici di orticoltura biologica, saranno circa 70 ragazzi e ragazze attualmente detenuti a  Palermo, Roma, Pontremoli (Mc), L’Aquila,  Airola (Bn) e la comunità Borgo Amigò di Roma. Il progetto prevede di associare al lato didattico quello dell’attività formativa, permettendo ai ragazzi di tradurre in pratica quanto imparato; verranno pertanto realizzati orti “bio” all’interno delle strutture penitenziarie in cui i ragazzi coltiveranno varietà antiche e autoctone messe a disposizione di aziende dell’associazione o di banche dei semi, al fine di valorizzare la biodiversità e le produzioni tipiche dei territori.

 

“Il lavoro in agricoltura per le sue caratteristiche di flessibilità e multifunzionalità e per il rapporto che implica con l’ambiente ha rivelato un alto potere di auto responsabilizzazione: prendersi cura di piante e animali aiuta a prendersi cura di sé – ha dichiarato Anna Ciaperoni, responsabile agricoltura sociale di AIAB – . Ciò è particolarmente importante per persone soggette alla restrizione della libertà, soprattutto nella fase formativa dei minori. Un percorso che, coniugato all’apprendimento del metodo di agricoltura bio, può determinare anche una specifica competenza professionale per questi ragazzi ed offrire loro una prospettiva per il futuro”. Le conoscenze acquisite dai ragazzi infatti potranno garantire loro un futuro inserimento lavorativo in aziende agricole grazie alla rete creata dal progetto tra istituzioni penitenziarie e realtà professionali.

 

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