Pechino potrebbe autorizzare 210 nuove centrali a carbone

A quale gioco sta giocando la Cina? Diffonde dati sul calo del consumo di carbone, ma la capacità di generazione è in crescita spaventosa

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(Rinnovabili.it) – Perché la Cina dichiara di voler chiudere con il carbone, diffonde dati incoraggianti sul calo di produzione termoelettrica da due anni ma poi si scopre che aveva 210 progetti di impianti in attesa di VIA al 31 dicembre 2015? Il settore è già in overcapacity e provoca un inquinamento devastante che ammorba le città e gli abitanti. Inoltre, i piani cinesi – almeno quelli dichiarati – prevedono investimenti in fotovoltaico ed eolico (ma anche nucleare) per il futuro, nonché un picco delle emissioni prima del 2030.

Poi, però, saltano fuori queste 210 centrali a carbone, segnalate alla stampa internazionale da Greenpeace East Asia. Di queste, 95 hanno già ricevuto i permessi definitivi sufficienti a iniziare i lavori. La costruzione è iniziata in almeno 66 casi per una capacità complessiva di 73 GW, alcuni dei quali sono stati approvati prima del 2015.

 

Pechino potrebbe autorizzare 210 nuove centrali a carboneAd oggi, circa il 70% dell’elettricità cinese proviene da centrali elettriche a carbone, che sono anche una delle principali fonti di gas serra, di cui il Paese è primo emettitore mondiale. Non è chiaro come riuscirà a rispettare le promesse di ridurre i principali inquinanti nel settore energetico del 60% entro il 2020. Forse il governo deciderà di truccare i dati, come del resto ha scoperto il Washington Post qualche mese fa. Stando alle stime ufficiali, la capacità di generazione di potenza termica (in gran parte carbone) è salita del 7,8%, anche se la produzione termoelettrica sarebbe scesa 2,8%. Il consumo totale di energia sarebbe cresciuto di un misero 0,5% l’anno scorso, mentre la produzione sarebbe diminuita dello 0,2. Invece, la capacità di generazione è salite del 10,4%. Ciò significa che nel 2015 è cresciuto il numero di centrali termoelettriche inattive.

Delle due l’una: o la Cina sta gonfiando una bolla finanziaria con la costruzione di cattedrali nel deserto che tengano a galla un’industria già fallita, oppure i piani reali per la produzione energetica sono altri.

Il capo della Cina National Energy Administration (NEA) ha recentemente dichiarato che gli impianti a carbone potranno essere costruiti solo in alcune province. Inoltre, l’intenzione sarebbe ritardare l’approvazione e la realizzazione di alcuni di essi, annullandone altri. La NEA ha anche detto anche di voler chiudere oltre di 1.000 miniere di carbone di quest’anno.

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