Nuovo allarme: petrolio in mare nel Golfo del Messico

Un mese dopo la sentenza BP, 340 mila litri di petrolio sfuggono da un impianto della Shell a 150 km dalla Costa della Louisiana

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Petrolio nelle acque del Golfo del Messico (Reuters)

 

(Rinnovabili.it) – Una nuova marea nera, causata da una fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma marina Brutus gestita da Shell, ha colpito il Golfo del Messico ieri sera. È trascorso poco più di un mese dalla sentenza definitiva che ha obbligato la BP a pagare una sanzione di 20 miliardi di dollari per il disastro ambientale del 2010, ma il territorio sconvolto vive già una nuova minaccia.

Secondo la Guardia costiera, circa 340 mila litri di greggio galleggiano da ore in una macchia informe a 150 km dal litorale della Louisiana. Le cause sono ancora da chiarire: potrebbe trattarsi di un guasto al tie-back, parte del sistema di collegamento sottomarino tra il pozzo e la piattaforma. La portavoce dell’azienda, Kimberly Windon, ha dichiarato che «questo non è un incidente causato dal mancato controllo del pozzo», e che «non ci sono attività di trivellazione» presso la piattaforma Brutus. Shell ha detto di escludere che il petrolio sia uscito dalle tubazioni.

 

Nuovo allarme petrolio in mare nel Golfo del Messico

 

I funzionari della Guardia costiera hanno detto che la notizia della fuoriuscita è stata comunicata dalla società, che dopo averla scoperta durante un sopralluogo in elicottero avrebbe chiuso i pozzi collegati alla piattaforma.

«Stiamo lavorando con la United States Coast Guard e la National Oceanic Atmospheric Association per definire l’approccio migliore al fine di contenere e ripulire» la macchia di petrolio, ha concluso Windon.

Secondo il U.S. Bureau of Safety and Environmental Enforcement (BSEE), la chiazza si estende per una lunghezza di 21 km e 3 km di larghezza.

Brutus, che pesca il greggio ad una profondità di oltre 800 metri, è entrata in funzione nel 2001 ed è progettata per sostenere una capacità di picco di 100 mila barili di petrolio e 4,25 milioni di metri cubi di gas al giorno.

Per evitare nuovi disastri ambientali, l’amministrazione Obama ha varato un mese fa regole più stringenti per le trivellazioni in mare. L’industria ha avvertito che quasi i due terzi dei pozzi perforati nel Golfo del Messico dal 2010 non soddisfano i nuovi standard. E forse, questa ne è l’ennesima dimostrazione.

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