Plastica riciclata come bene comunitario: l’esempio del parco galleggiante a Rotterdam

Il progetto Recycled Park mira a rendere la comunità responsabile dei rifiuti prodotti e del loro possibile riuso

plastica riciclata recycled park rotterdam

Quasi 140 metri quadri ospitano piante e animali grazie all’habitat creato a partire dalla plastica recuperata nel fiume

 

(Rinnovabili.it) – Trasformare i rifiuti di plastica in oasi galleggianti capaci di ospitare un intero parco urbano: l’ambiziosa idea è divenuta realtà a Rotterdam dove a partire dalla fine della scorsa estate è possibile accedere al Recycled Park Project, un parco galleggiante di 140 metri quadri composto esclusivamente di plastica recuperata dal fiume che bagna la città olandese.

Il progetto, avviato nel 2014 e giunto a un primo step di completamento solo adesso, mira a raccogliere le tonnellate di plastica sversate nel fiume Nieuwe Maas prima che possano raggiungere il mare del Nord, evitando gli elevati costi di recupero in mare aperto. I rifiuti di plastica raccolti tramite apposite reti galleggianti posizionate in punti strategici lungo il corso del fiume, anche grazie all’aiuto di volontari che recuperano scarti depositati sulle banchine, vengono smistati e lavorai per ottenere piattaforme esagonali galleggianti collegabili tra loro.

 

Il prodotto finito, composto al 100% di plastica recuperata dal fiume, viene nuovamente portato nel fiume dove, però, assolve una funzione completamente diversa: le piattaforme esagonali possono infatti ospitare diverse specie di piante o, se sommerse, divenire habitat per forme di vita tipiche dello scenario fluviale (girini, rane, ma anche volatili) e possono essere fruite dalla cittadinanza grazie all’installazione di panchine aperte al pubblico.

Un’idea vincente e facilmente esportabile in condizioni simili a quelle della città di Rotterdam: non caso, il Recycled Park Project sta trovano una nuova installazione anche nelle Filippine, dove sono frequenti le concentrazioni urbane a ridosso della foce di un fiume con il conseguente problema di gestione dei rifiuti.

 

>>Leggi anche La plastica recuperata dal Po diventa un rifugio ecosostenibile<<

 

Ma al di là della riuscita ecologica, il progetto olandese risulta particolarmente interessante per l’approccio ai rifiuti in plastica che prova a veicolare: mentre le normative europee prevedono che i rifiuti rimangano, anche qualora abbandonati, di proprietà di chi li getta via fino al sopraggiungere degli operatori ecologici, i promotori del Recycled Park Project insistono sulla necessità di un cambio di mentalità verso una gestione comunitaria dei rifiuti e propongono la realizzazione di punti di raccolta di contenitori di plastica usati aperti al pubblico, così da sensibilizzare la comunità al riuso, ma anche per evidenziare la quantità di oggetti in plastica potenzialmente ancora utili.

 

Un approccio che renderebbe la comunità più attenta al consumo e soprattutto direttamente responsabile dei rifiuti presenti in città, senza delegarne la gestione alle sole istituzioni.

 

Articolo precedenteCaso Exxon: le indagini devono andare avanti
Articolo successivoIl più grande impianto fotovoltaico-batterie al mondo fa impallidire le fossili

2 Commenti

  1. Se invece si iniziasse ad abbandonare la plastica per cose più naturali come ad esempio la canapa no vero? Dobbiamo per forza dare i soldi alle lobby della plastica, perchè i politici sono tali perchè messi in quel posto dalle varie lobby.

    • Risposta a Maralberto:
      Sarebbe interessante capire e riportare alcune informazioni a completamento:
      1. Quanta plastica viene prodotta ogni anno nel mondo?
      2. Quanto terreno occuperebbe (a patto che sia possibile sostituire le plastiche con bio plastiche) una coltivazione di canapa o altro?
      3. La plastica finisce nei mari e nell’ambiente perchè abbandonata dall’incuranza delle persone e non in quanto plastica.
      4. Sarebbe come proibire la vendita di coltelli per il rischio di accoltellamenti!!!!!

      La cosiddetta lobby delle plastiche risponde ad esigenze di mercato. Maralberto è disponibile a rinunciare alle materie plastiche?

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!