Presentato Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

La premiazione avverrà nel prossimo autunno a Trento, coronando la cerimonia con due convegni nazionali

Presentato stamane il programma della seconda edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini che il 10 novembre 2012 culminerà al Teatro Sociale di Trento nella consegna della Medaglia Spadolini al merito nella tutela del territorio e nella salvaguardia dei beni culturali e ambientali. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia e la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, come l’anno scorso a Firenze, sostengono un bando che segnala l’identità tra Paesaggio e Ambiente quale componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale d’Europa. In collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, e promossa dal Consorzio dei Comuni Trentini, la premiazione avverrà nel prossimo autunno a Trento, coronando la cerimonia con due convegni nazionali: “Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini per il dialogo e per l’Europa” e “I costruttori di Oasi, l’attualità dell’opera di Padre Eusebio Chini”. Madrina della manifestazione sarà Maria Romana de Gasperi, figlia dello statista trentino.

Il Premio si struttura quest’anno in quattro sezioni principali e cinque categorie speciali. La prima sezione valuta progetti e iniziative, modelli e metodi di sviluppo sostenibile: possono candidarsi enti locali, consorzi di municipalità, associazioni di identità, province e regioni (la Medaglia Spadolini è stata conferita nella prima edizione alla Regione Abruzzo) che adottano politiche territoriali integrate, con applicazioni semplici e concrete. La seconda sezione è dedicata alla tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano: progetti e programmi che sostengono la valorizzazione di aree e patrimoni immateriali, che mettono la nozione di patrimonio al centro della propria attività. La terza sezione riguarda i progetti di riqualificazione dei territori agricoli che rappresentano uno strumento importante di promozione della cultura locale. La quarta pone l’attenzione sul settore privato e sulle imprese virtuose e innovative.

Le categorie speciali considerano in particolare: i patrimoni riconosciuti in Italia dall’UNESCO, le Città del Vino, la gestione forestale sostenibile (in collaborazione con PEFC), la gestione sostenibile degli acquedotti (in collaborazione con Federutility) e le Associazioni di Identità tipiche.
La celebrazione, come illustrato stamani dal presidente della Fondazione Cosimo Ceccuti, vuole rappresentare un riconoscimento, sotto l’altro Patrocinio del Presidente della Repubblica, all’impegno dimostrato per l’ambiente in ambito pubblico e privato: nel 40° Anniversario della World Heritage List, quest’anno il Premio coinvolgerà l’eccellenza dei 47 siti del Patrimonio UNESCO in Italia.
Alberto Pacher, vice presidente e assessore all’ambiente della Provincia di Trento, ha indicato l’interesse del Trentino nella filosofia ecosostenibile: «Lo testimonia il percorso trentino, già orientato nel giusto verso, con circa il 30% del territorio sottoposto a tutela, non in una sorta di ‘congelamento protettivo’ ma fa fungendo da stimolo anche per i territori circostanti, sotto diversi aspetti, compreso quello economico». L’ultimo esempio di buone pratiche sta nell’adozione di un libretto unico per la gestione coordinata degli acquedotti su territorio provinciale.
Marino Simoni, presidente del Consorzio dei Comuni Trentini e del Consiglio delle Autonomie ha narrato l’esperienza vissuta con Eco and the City a Firenze lo scorso anno «quando abbiamo lanciato la candidatura a ospitare la nuova edizione del Premio in Trento, porta d’Europa dal Mediterraneo verso la Germania e terra di autonomia che guarda a buone pratiche esportabili. La rete di relazioni in costruzione può senz’altro passare per Trento: la bozza del Patto per la Bellezza e il Paesaggio trova già ampio riscontro in un paese come il nostro che declina la green economy in molti modi, percorrendo con convinzione anche le strade dei sapori, in risposta a un’economia in crisi».
Augusto Marinelli, presidente della Commissione giudicatrice, composta da nove esperti, ha ricordato che fin dalla fondamentale conferenza di Stoccolma nel 1972 il tema dell’ambiente è sempre più al centro dell’attenzione mondiale: la governance deve coinvolgere le istituzioni e il singolo cittadino, ancora riprendendo le parole di Spadolini: «Una moderna politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive della cultura e della società».
«Il concetto di sostenibilità è in piena evoluzione» ha ribadito il professor Marinelli «e la questione non è più ora solo ambientale, ma estesa e livello economico, sociale e istituzionale: le motivazioni di fondo che animano il Premio sono legate al trasferimento attivo del patrimonio ambientale e della diversità culturale alle generazioni future con un obiettivo nazionale ed europeo».
Pietro Laureano, presidente dell’Istituto per le Conoscenze Tradizionali UNESCO, indicando il vasto territorio delle Dolomiti inserito tra i Patrimoni dell’Umanità ha sottolineato «la necessità della consapevolezza di una crisi epocale delle risorse negli ecosistemi, giacché consumiamo in pochi mesi le risorse producibili in un anno. È quindi fondamentale l’educazione alla scienza e alla cultura: l’UNESCO intende risolvere i problemi con chi li ha creati e con chi agisce il proprio territorio». La diga di Abu Simbel è un simbolo della catastrofe compiuta senza una visione di progetto insieme locale e globale. «A questo proposito – ha concluso l’architetto Laureano – la figura di padre Chini risulta esemplare: con lui il concetto di oasi viene rilanciato a livello mondiale. Per questo abbiamo scelto di affiancare ai relatori del convegno sulla sua figura gli autori del nuovo documentario di Al GoreUltima chiamata per l’Oasi».
Alberto Chini, presidente dell’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini, ha a sua volta espresso interesse nel «coinvolgimento della figura del missionario trentino come precursore della sostenibilità del territorio. Passando per diverse realtà, portò sempre con sé le diverse esperienze vissute in Germania, Spagna, California, Messico Arizona: oltre a collaborare al convegno, inviteremo i partecipanti a visitare il museo di Segno, il meno noto monumento equestre donato dalla città di Tucson e la statua che abbiamo invece messo lungo la strada, visibile dalla statale».

Ulteriori informazioni e contatti: www.ecoandthecity.it

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