Produzione di plastica: lo shale gas ne accelera la crescita

Le compagnie fossili continuano a finanziare nuovi stabilimenti di “cracking” degli idrocarburi per la produzione della plastica. in 5 anni la capacità potrebbe aumentare di un terzo

degradazione della plastica
Foto di Sascha_LB da Pixabay

L’industria del gas di scisto farà impennare la produzione di plastica

(Rinnovabili.it) – La produzione di plastica mondiale sta conoscendo una nuova primavera. Malgrado la situazione particolarmente critica dal punto di vista ambientale, il settore sta accelerando anziché frenando, obbligando il Pianeta a gestire, nei prossimi 10 anni, quantità di rifiuti polimerici sempre più consistenti. Dietro questo aumento non c’è solo la crescita dei consumi: uno dei principali responsabili è l’industria fossile ed in particolare quella dello shale gas statunitense.

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La produzione di plastica mondiale è legata a doppio filo al settore degli idrocarburi. Il 99% delle materie polimeriche sintetiche proviene oggi da prodotti chimici ottenuti dai combustibili fossili, al punto da essere,in molti casi, parte integrante della filiera di petrolio, gas e carbone. Sono diverse le società operanti nel settore dei combustibili fossili, che possiedono anche aziende di materie plastiche.

Il Center for International Environmental Law ha voluto vederci chiaro su questo rapporto, scoprendo che questa sorta di interdipendenza è alla base della prossima “ondata” di imballaggi non biodegradabili. Ad accendere la miccia è stato ed è il boom di combustibili low cost che ha, di conseguenza, abbassato il costo delle materie prime. Negli Usa, la rivoluzione del petrolio e gas di scisto ha avuto come conseguenza non solo quella di spiazzare i produttori tradizionali, quindi Opec e alleati, ma anche di convogliare investimenti miliardari nella plastica.

“Poiché la produzione di combustibili fossili è altamente localizzata in aree specifiche, anche la fabbricazione di materie plastiche si concentra in specifiche regioni, in particolare nella costa del Golfo degli Stati Uniti”, spiega il Centro in un recente rapporto investigativo, intitolato Fueling Plastics. L’industria USA degli idrocarburi ha destinato dal 2010 oltre 180 miliardi di dollari in nuove strutture di “cracking” (processo di scissione delle lunghe catene di molecole del petrolio in catene più piccole) che produrranno i monomeri plastici. La produzione Stelle e strisce sta a sua volta incoraggiando ulteriori investimenti in Europa e in latri mercati. In soli cinque anni, questi investimenti potrebbero aumentare la capacità di fabbricazione di materie plastiche a livello mondiale di un terzo.

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“Esiste una relazione profonda e pervasiva tra le compagnie petrolifere e del gas e le materie plastiche” spiega Carroll Muffett, presidente del Center for International Environmental Law. “Potremmo essere bloccati in decenni di produzione di plastica espansa proprio nel momento in cui il mondo si sta rendendo conto che dovremmo usarla molto meno”.

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