Riscaldamento globale: il carbon budget è la metà del previsto

Il budget di CO2 dice quante emissioni ci separano dai fatidici +2 °C di riscaldamento globale. Ma questo tesoretto sembra molto minore di quanto pensassimo

Riscaldamento globale il carbon budget è la metà del previsto

 

(Rinnovabili.it) – Fino ad oggi abbiamo sbagliato a calcolare la quantità di CO2 che l’umanità può ancora emettere in atmosfera prima di oltrepassare la soglia critica di riscaldamento globale. Per superare di 2 °C la temperatura media dell’età preindustriale, abbiamo la metà del tempo che pensavamo. E se non ci riusciamo, subiremo in tutta la loro potenza gli effetti più estremi dei cambiamenti climatici.

 

A mettere in guardia la comunità scientifica e la politica internazionale è un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change dall’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA). Il cosiddetto carbon budget della Terra, dal 2015 in poi, si può calcolare tra i 590 e i 1.240 miliardi di tonnellate di CO2. Fino a ieri, le stime fissavano come limite massimo una quantità doppia di emissioni: 2.390 miliardi di tonnellate.

Riscaldamento globale il carbon budget è la metà del previsto 2Nel 2014, secondo il Global Carbon Atlas, sono state emesse 35,8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Questo vuol dire che, se il ritmo di crescita rimane questo, entro il 2050 avremo consumato il budget massimo, quello più ottimisticamente stimato in 1.240 miliardi di tonnellate. Ma le stime pessimistiche parlano di 590 miliardi di tonnellate, la metà. Se fosse questo il carbon budget reale, basterebbero 17 anni a dissiparlo.

«Per avere una ragionevole possibilità di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C –  spiega Joeri Rogelj, scienziato dello IASA che ha guidato la ricerca – possiamo emettere solo una certa quantità di anidride carbonica. Il nostro studio dimostra che in passato abbiamo sovrastimato questo budget. Se non iniziamo immediatamente a ridurre le emissioni, si esaurirà in pochi decenni».

 

Per evitare uno scenario catastrofico, in sostanza, il paper sostiene che prima del 2050 tutti i Paesi del mondo dovrebbero essere a emissioni zero. Se le cose stanno così come sostiene Nature, pensiamo di avere sufficienti indizi per dire che, con tutta probabilità, non riusciremo a scongiurare gli impatti più gravi degli eventi estremi. Come occidentali, possiamo dire di essercelo meritato. Ma a perdere la vita o la casa per i disastri naturali sarà soprattutto chi vive nelle zone più povere del mondo, che meno hanno contribuito al riscaldamento globale.

Articolo precedenteUna consultazione pubblica sull’economia circolare
Articolo successivoSmart grid e super grid: Italia e Giappone ci lavorano insieme

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!