Un riscaldamento globale di soli 1,5 °C è ancora possibile

Sembrava un obiettivo ormai fuori portata, ma secondo una nuova ricerca il riscaldamento globale può essere limitato al grado e mezzo agendo nei prossimi 20 anni

riscaldamento globale

 

Ricalcolati i termini per l’obiettivo di riscaldamento globale pari a 1,5 °C

 

(Rinnovabili.it) – Il mondo può ancora decidere di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. L’obiettivo, definito “aspirazionale” durante i negoziati sul clima della COP 21,  è in realtà possibile da raggiungere. Ne sono certi i ricercatori dell’Università di Exeter, che hanno collaborato con l’Universal College London, l’Environmental Change Institute di Oxford e la Oxford Martin School ad una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, secondo cui limitare l’aumento delle temperature medie globali alla soglia più ambiziosa fissata dall’Accordo di Parigi non è ancora geofisicamente impossibile, ma richiede probabilmente uno sforzo di riduzione delle emissioni molto più intenso di quelli finora messi in campo.

I calcoli svolti fino ad oggi sembravano certificare l’impossibilità di restare entro il grado e mezzo, poiché definivano uno scenario in cui dopo soli 7 anni si sarebbe dovuto osservare l’azzeramento dei gas serra. Una rapidità definita da alcuni «incompatibile con la democrazia». Tuttavia, l’analisi britannica, che utilizza dati più recenti, mostra che il bilancio globale del carbonio sul quale possiamo contare prima di eccedere l’obiettivo di 1.5 °C è significativamente maggiore di quanto prima immaginato: abbiamo 20 anni e 240 miliardi di tonnellate di carbonio – se il tasso di emissioni globali resta quello attuale – per impostare le politiche climatiche opportune. La portata della sfida rimane enorme, ma stavolta non impossibile. Se prevarrà l’immobilismo sarà soltanto per l’incapacità dei governi di raggiungere una soluzione realistica.

 

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Esiste una probabilità del 66%, hanno calcolato gli esperti, di raggiungere il target, a condizione che oltre alla CO2 siano controllati anche altri gas serra, come il metano. Gli scienziati hanno anche sottolineato che i tagli delle emissioni devono essere anticipati e non procrastinati, a partire dai paesi che rafforzano i loro impegni nazionali nel 2018.

«A partire dalla revisione globale attesa per l’anno prossimo, i paesi devono uscire dal carbone e rafforzare i loro obiettivi esistenti per mantenere aperta la porta agli obiettivi di Parigi – ha spiegato Michael Grubb, dell’University College London – Prima le emissioni globali iniziano a diminuire, minore è il rischio non solo di grandi disastri climatici, ma anche dei crolli economici che altrimenti potrebbero derivare dalla necessità di misure più drastiche».

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