Russia: lo scioglimento del permafrost apre la corsa all’avorio dei Mammut

Media e autorità locali lanciano l’allarme: lo scioglimento dei territori ghiacciati consente sempre più facilmente di trovare ossa e scheletri di Mammut e potrebbe attirare l’attenzione per attività d’estrazione pericolose per l’ambiente.

mammutNella sola regione della Sacha-Jacuzia è stimato un “tesoro” da 500 mila tonnellate di ossa e zanne di Mammut

 

(Rinnovabili.it) – Lo scioglimento del permafrost in Siberia potrebbe causare una vera e propria corsa all’oro bianco sepolto nella regione congelata: le zanne e i resti dei Mammut. Secondo quanto riportato da media e autorità russe, il rapido disgelo della tundra sta rendendo sempre più facile il reperimento delle ossa di questi grandi mammiferi estinti da migliaia di anni. Zanne e scheletri sono particolarmente richiesti sul mercato cinese e la crescita dell’offerta potrebbe alimentare pratiche d’estrazione sempre più aggressive e pericolose per l’ambiente.

 

L’avorio di Mammut reperito nella sola regione della Sacha-Jacuzia, nel nord est della Siberia, rappresenta l’80% del mercato russo ed è in gran parte deregolamentato: secondo le autorità russe, il mercato dell’avorio estratto dal permafrost vale oltre 44 milioni di euro annui.

 

Fino ad oggi, buona parte dell’attività estrattiva era lasciata appannaggio delle comunità locali che reperiscono resti di zanne e ossa utilizzando strumenti semplici e poco impattanti sull’ambiente. La crescente disponibilità di avorio sta però attirando sempre più compagnie specializzate che sfruttano mezzi di estrazione ed esplorazione inquinanti o dannose per il delicato habitat siberiano.

 

Il disgelo del permafrost causa il rilascio nell’atmosfera di grandi quantità di diossido di carbonio, metano e altri gas estremamente pericolosi per l’atmosfera come l’ossido di diazoto, un potente composto che possiede un effetto serra 300 volte superiore a quello della CO2.

Secondo alcuni studi, l’innalzamento delle temperature, che nelle regioni artiche procede a un ritmo molto più elevato di quello osservabile nelle aree tropicali, potrebbe rendere la Siberia abitabile entro fine secolo.

 

La Cina resta il principale mercato di destinazione per l’avorio e il flusso proveniente dai resti millenari dei Mammut siberiani è visto da molti come una sorta di alternativa sostenibile a quello (in buona parte illegale) proveniente dall’Africa.

 

Nel 2017 sono state raccolte 70 tonnellate d’avorio nella sola Sacha-Jacuzia, mentre l’anno successivo è stata sfondata quota 100 tonnellate. Le autorità locali stimano in 500 mila tonnellate le riserve di ossa e zanne di Mammut depositate sotto lo strato ghiacciato del permafrost russo.

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