Scandalo deforestazione illegale per la carne brasiliana

La multinazionale JBS, primo produttore mondiale di carne, avrebbe acquistato animali allevati su pascoli ricavati da deforestazione illegale

Scandalo deforestazione illegale per la carne brasiliana

 

(Rinnovabili.it) – A pochi giorni dallo scandalo sanitario che ha causato un crollo nelle esportazioni, una nuova accusa lacera il velo di omertà che finora aveva coperto il colosso brasiliano JBS, la più grande industria della carne al mondo. Questa volta, al centro dell’inchiesta ci sarebbe l’acquisto di capi di bestiame provenienti da zone di deforestazione illegale.

Secondo l’agenzia della protezione ambientale Ibama, che ha messo sotto embargo amministrativo due impianti di trasformazione dell’azienda a Redenção e Santana do Araguaia, nello Stato del Parà, JBS non si sarebbe fatta scrupoli a comprare 59 mila bovini provenienti da 507 km quadrati di pascoli interdetti per disboscamento mai autorizzato. Ora la JBS dovrà chiarire la provenienza di tutti i corpi prima di procedere con nuovi acquisti.

L’accusa di Ibama è contenuta nel dossier relativo all’operazione “Carne Fria”, una inchiesta di tre anni che coinvolge più una dozzina di fabbriche di inscatolamento della carne e almeno 20 aziende zootecniche che vendono bestiame allevato in Parà. La foresta pluviale occupa una notevole porzione dello stato, la cui capitale, Belem, si trova vicino alla foce del Rio delle Amazzoni.

 

L’allevamento del bestiame è la principale causa di deforestazione nell’Amazzonia brasiliana. Nel 2014, circa il 65% della superficie disboscata è stata destinata a pascoli secondo l’Istituto brasiliano per la ricerca spaziale. Soltanto in Pará, vi sarebbero 7.170 km quadrati di pascolo sotto embargo a causa della continua deforestazione illegale. Tuttavia, denuncia Ibama, su queste aree pascolano ancora decine di migliaia di animali. Molti allevatori, prima di condurli alla morte, li trasporterebbero in pascoli legali alterandone l’origine.

Scandalo deforestazione illegale per la carne brasiliana 2In risposta alle nuove sanzioni dell’agenzia ambientale, JBS ha negato ogni accusa.  In un comunicato, l’azienda di San Paolo ha dichiarato i risultati di audit indipendenti certificherebbero tassi di conformità ambientale superiori al 99,9%. Il colosso, inoltre, respinge ogni responsabilità dichiarando di non essere tenuto a effettuare controlli e a conoscere il movimento degli animali allevati dai suoi produttori.

Tuttavia, le indagini dell’agenzia si scontrano con un sistema giudiziario ostile e un governo fortemente influenzato dalle lobby degli allevatori: il ministro brasiliano dell’ambiente, José Sarney Filho, dal cui dicastero Ibama dipende, ha criticato l’operato degli ispettori, sostenendo che l’indagine arriva «in un momento inopportuno». In più, il parere pregiudiziale del giudice federale Heitor Gomes ha dato ragione alla JBS.

Durante il 2016, il 38% della deforestazione nell’Amazzonia brasiliana si è verificato nel Pará. Nel complesso, la deforestazione è cresciuta del 29% rispetto all’anno precedente, grazie alla possibilità per gli allevatori di occupare impunemente terre pubbliche che lo stato non reclama, tagliando ampi tratti di foresta per poi utilizzarli come pascolo abusivo.

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