Siccità: 7 zone del mondo rischiano il collasso

Dalla California al Brasile, dall’India alla Siria, India e Cina. Ma nemmeno l’Europa è immune dalla siccità, come dimostra il caso della Spagna

Siccità 7 zone del mondo rischiano il collasso 1

 

(Rinnovabili.it) – Non solo California e Brasile, ma anche Cina, Australia, India e Spagna. Sono i 7 Paesi in cui oggi stiamo assistendo ai più gravi episodi di siccità sulla faccia della Terra. Lo stress idrico è sempre più grave, in seguito a numerosi fattori: la bomba demografica, che dovrebbe detonare attorno al 2050, il riscaldamento globale, il consumo smodato delle risorse ad opera dell’industria più energivora, l’agricoltura intensiva e l’allevamento degli animali. La società umana, specialmente in Occidente, sta vivendo ampiamente al di là delle possibilità fisiche del pianeta. E le crepe di un sistema predatorio e autodistruttivo si allargano giorno dopo giorno. L’acqua sarà il problema del 2015, dicevano qualche mese fa dal World Economic Forum. Ecco nel mondo come il problema si sta aggravando.

 

1. California sull’orlo del collasso

Acqua la California taglia i consumi per la siccità_1È tra gli scenari più gravi del mondo, che tratteggia un Paese al quarto anno di carenze idriche. Il governatore, Jerry Brown, ha ordinato restrizioni all’uso dell’acqua da parte dei Comuni all’inizio del mese scorso. Un gruppo di agricoltori ha rinunciato a un quarto dell’acqua che gli spettava quest’anno per evitare altri tagli profondi. La crisi sembra senza uscita, ma l’industria del petrolio e del fracking è l’unico comparto economico a non aver ricevuto alcuna limitazione. Anzi, le acque reflue dei processi di trivellazione, mixate con additivi chimici cancerogeni, vengono rivendute agli agricoltori.

 

2. Canguri assetati

 In Australia la siccità è iniziata addirittura nel 1995, proseguendo fino a fine 2009. I bacini idrici sono calati drasticamente, così come la produzione agricola e l’uso delle acque industriali. Alcune città, tra cui Melbourne, Sydney e Perth, hanno promosso la costruzione di impianti di dissalazione, mentre altre aree hanno investito in progetti di riciclaggio delle acque reflue. Tra il 2001 e il 2012, il governo federale ha dovuto assistere gli agricoltori e le piccole imprese colpiti dalla crisi con 4.5 miliardi dollari. Nel 2011, poi, è tornata l’acqua. Troppa acqua. Un alluvione ha allagato una zona pari alla superficie di Francia e Germania insieme, provocando danni per 10 miliardi di dollari.

 

 

 

3. In Spagna l’acqua arriva via nave

La siccità in Catalogna è divenuta tanto grave nel 2008 che la Spagna ha dovuto iniziare ad importare acqua via nave dalla Francia. Nel Paese, circa il 70% è destinato all’agricoltura, gran parte del quale finisce sprecato a causa di sistemi di irrigazione obsoleti.

 

4. Il lato oscuro del boom cinese

Siccità 7 zone del mondo rischiano il collassoGran parte del nord della Cina è relativamente arido. Ma è anche tradizionalmente terra in cui si produce una notevole quantità di grano e di altri cereali, grazie all’irrigazione “naturale” delle alluvioni. Un sistema inefficiente, cui si aggiunge l’uso intensivo di acqua da parte dell’industria energetica.

L’acqua è oggi uno dei primi problemi di politica pubblica della Cina, e il governo centrale ha recentemente lanciato le “tre red lines” per migliorare l’efficienza e mettere un tetto al consumo. Eppure non è chiaro se queste politiche saranno sufficienti per superare le sfide idriche del Paese.

 

5. L’incubo della Mesopotamia

Dal 2006 al 2011 la Siria ha patito la peggiore siccità della sua storia, con una disintegrazione del settore agricolo. Dati satellitari della NASA hanno rivelato un allarmante tasso di calo della portata nei bacini idrografici del Tigri e dell’Eufrate. In quegli anni, la velocità con cui scendeva la quantità d’acqua nei bacini sotterranei era seconda soltanto a quella dell’India. Lo stress idrico ha contribuito a un’ondata migratoria, che ha causato una crescita ulteriore della disoccupazione urbana, disuguaglianze economiche e insicurezza alimentare per più di un milione di persone, con successive tensioni sociali.

 

Siccità 7 zone del mondo rischiano il collasso_

 

6. Il Brasile non balla più

Le aree del sud-est brasiliano, tra le città di San Paolo, Rio de Janeiro e Belo Horizonte, stanno lottando con la peggiore siccità degli ultimi 84 anni. 40 milioni di persone rischiano di restare senza la risorsa primaria, con conseguenze devastanti anche per l’economia. I serbatoi che forniscono acqua a queste città sono a livelli pericolosamente bassi. Non solo, ma anche altamente inquinati. La politica ha tentato prima di ignorare il problema, poi, una volta costretta a farci i conti, si è trovata impreparata. La sfiducia e la tensione crescono anche qui.

 

7. Il cola pasta dei bacini indiani

Siccità 7 zone del mondo rischiano il collasso -I satelliti della NASA sono in grado di rilevare variazioni nel campo gravitazionale terrestre provocate da cambiamenti nella distribuzione di massa, compresi quelli relativi alle acque sotterranee. In nessun altro luogo sulla Terra esse sono calate con velocità superiore a quelle dei bacini dell’India settentrionale. La NASA ha scoperto che l’irrigazione su larga scala ha provocato perdite di acque sotterranee pari a 108 chilometri cubi in Haryana, Punjab, Rajasthan e Delhi tra il 2002 e il 2008. Le conseguenze per i 114 milioni di abitanti della regione possono includere un crollo della produzione agricola e gravi carenze di acqua potabile.

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5 Commenti

  1. nei paesi occidentali, dove ancora il problema sembra lontano anni luce, bisognerebbe ridurre il consumo dell’acqua cominciando dalle piccole cose. Quando ci si lava i denti non fare scorrere l’acqua del rubinetto continuamente e ridurre anche le docce, 1 ogni 2-3 giorni e’ sufficiente.

    • Concordo. Molta attenzione bisognerebbe porla anche quando si lavano i piatti c’è uno spreco di acqua esorbitante. Non poche volte ho dovuto litigare con amici perché vedevo l’acqua scorrere inutilmente mentre si insaponavano i piatti. Concordo anche per le docce. 1 ogni tre giorni d’inverno e ogni due d’estate può andar bene, o almeno limitarsi a un solo risciacquo…Noi siamo i consumatori, noi abbiamo il potere di scelta. Non incriminiamo le politiche economiche e non, cambiano noi stessi e l’economia cambierà di conseguenza!

    • Cara Rossella il problema non è consumare meno acqua il problema è come mai non piove più? limitarne l’uso non risolve il fatto che non ci sono più perturbazioni !!!!!!!!! stesso vale x l’inquinamento atmosferico non servono + centraline che certificano ! servono fatti x eliminarlo ! tutto il resto sono soluzioni da giornalisti o politici che hanno studiato il fumo fritto e l’aria fresca……….

  2. “Indipendentemente” dalle perturbazioni, esistono oggi una serie di tecnologie che sono in grado di consentire interventi mirati sulle acque luride, sulle acque di lavorazioni industriali, consentendo un recupero e così un riequilibrio che ne le reti di approvvigionamento ne quelle di smaltimento,perchè insufficientin le prime e obsolete e cementificate le seconde, sono in grado di garantire la sopravvivenza a questa umanità che in tempi “brevi” raggiungerà i 10 MLD DI UMANI, senza parlare del mondo animale e di quello agricolo. Queste tecnologie intervengono anche su acque marine e salmastre e possone essere così efficaci di poter supplire anche a gravi carenze come per il prossimo futuro, come da stime, per il 30% della superficie della nostra ITALIA. Questo è stato portato a conoscenza del nostro mondo politico dal quale ancora siamo in attesa di convocazione. Antonio Tomasone-areadirezione ESCPsrl, start up operativa a vocazione sociale, con i vantaggi di I .4.0-un saluto a tutti

  3. Indipendentemente” dalle perturbazioni, esistono oggi una serie di tecnologie che sono in grado di consentire interventi mirati sulle acque luride, sulle acque di lavorazioni industriali, consentendo un recupero e così un riequilibrio che ne le reti di approvvigionamento ne quelle di smaltimento,perchè insufficientin le prime e obsolete e cementificate le seconde, sono in grado di garantire la sopravvivenza a questa umanità che in tempi “brevi” raggiungerà i 10 MLD DI UMANI, senza parlare del mondo animale e di quello agricolo. Queste tecnologie intervengono anche su acque marine e salmastre e possone essere così efficaci di poter supplire anche a gravi carenze come per il prossimo futuro, come da stime, per il 30% della superficie della nostra ITALIA. Questo è stato portato a conoscenza del nostro mondo politico dal quale ancora siamo in attesa di convocazione. Antonio Tomasone-areadirezione ESCPsrl, start up operativa a vocazione sociale, con i vantaggi di I .4.0-un saluto a tutti

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