Spreco alimentare, la prevenzione non è mai troppa

Lo spreco alimentare in Italia vale quasi 16 miliardi, di cui 12 imputabili a quanto accade nelle nostre case. Lo rivela l’ultimo rapporto di Waste Watcher, l’osservatorio di Last Minute Market sullo spreco

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Ricorre oggi la sesta edizione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare

 

(Rinnovabili.it) – Molto resta da fare, ma l’impegno per la prevenzione dello spreco alimentare ha iniziato a dare i suoi frutti, anche se la prevenzione non è mai troppa. A monitorare ormai da quasi 10 anni il fenomeno in Italia ci pensa Waste Watcher, l’osservatorio attivo per iniziativa di Last Minute Market, che rappresenta uno strumento scientifico e al tempo stesso un veicolo di approfondimento sulle cause dello spreco, promuovendo comportamenti efficaci per ridurlo al minimo. Lo spreco alimentare in Italia vale quasi 16 miliardi di euro l’anno, di cui 12 imputabili a quanto accade nelle nostre case. Non pochi se si pensa alla discrepanza, emersa dai risultati, tra la percezione degli italiani sul fenomeno e ciò che effettivamente si verifica: 4 italiani su 5 sono convinti che si sprechi soprattutto nel commercio e nel pubblico, ma non è così. Motivo per cui è stata auspicata più volte e da più fronti una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico. Lo ha ricordato anche Andrea Segrè, fondatore e Presidente di Last Minute Market, intervenuto ieri alla FAO all’evento organizzato per introdurre la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, oggi alla sua sesta edizione.

 

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Evidenti sono i paradossi sul cibo, che vedono da una parte 821 milioni di individui sulla terra che soffrono la fame (1 persona su 3 è malnutrita) e, dall’altra 1 persona su 8 che soffre di obesità. Tutto perché, secondo il rapporto, non si acquista solo ciò che serve realmente e non si utilizza al meglio frigoriferi, freezer e dispense per gli alimenti. Per contrastare lo spreco alimentare, il 72% degli italiani ritiene che la soluzione migliore sia puntare sull’educazione alimentare, il 26% su packaging di nuova generazione e il 20% su provvedimenti normativi con incentivi e sanzioni legati allo spreco di cibo. I prodotti alimentari maggiormente sprecati nelle case, invece, sono le bevande analcoliche, i legumi, la frutta fresca, la pasta fresca; pane e verdure fresche sono fra gli alimenti che finiscono più frequentemente nella pattumiera. Interessante anche notare che, nonostante il 38% degli italiani dichiari di aver diminuito la quantità di cibo acquistato e non consumato, nella hit degli sprechi nazionali è proprio il cibo a essere in testa. Per quanto riguarda i rimedi antispreco messi in atto dagli italiani, infine, la maggioranza (il 65%) controlla la dispensa prima di fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilità e il 54% si impegna a cucinare la quantità di cibo ottimale. E poi, si controlla l’edibilità del cibo prima di buttarlo, ci si cimenta in ricette per recuperare gli avanzi (48%), si porta a casa il cibo non consumato al ristorante (34%) e si dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco (22%).

 

Dimezzare lo spreco alimentare nei Paesi UE entro il 2025 – sottolinea il presidente di Last Minute Market Andrea Segrè – rimane l’obiettivo ufficiale che l’Europa si è data allora. Al nuovo Parlamento, che entrerà in carica dopo le elezioni di maggio, e alla nuova Commissione europea rilanceremo la nostra richiesta di indire un Anno Europeo dedicato alla Prevenzione dello spreco alimentare. E chiederemo che la Giornata Nazionale del 5 febbraio possa diventare Giornata Europea di impegno sulla questione dello spreco di cibo”.

 

In occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, anche l’ISPRA pubblica il rapporto Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali, frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, dal quale emerge come nel mondo lo spreco sia in aumento, fattore che finisce coll’incidere sulla crisi ecologica, alterando i processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo.

 

Anche per il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, lo spreco di risorse è una cattiva abitudine che non possiamo più permetterci. “Questi sono numeri importanti – ha commentato il ministro – che dovrebbero farci riflettere sulle modalità e sulle nostre abitudini di acquisto. Sprecare risorse ambientali, idriche ed economiche sia nella produzione che nell’acquisto dei beni alimentari che poi non si riesce a consumare è una cattiva abitudine che non possiamo più permetterci. Anche se negli ultimi anni la sensibilità su questo tema è aumentata portando ad una riduzione del fenomeno, credo sia necessario continuare a investire in progetti di educazione alimentare per promuovere le buone pratiche e migliorare la sensibilità di noi cittadini/consumatori”.

 

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Vale la pena anche segnalare l’impegno che alcune realtà hanno messo e continuano a mettere nella lotta allo spreco alimentare. In prima ci sono: il settore dei congressi che, grazie a una partnership tra Federcongressi&eventi (l’associazione che riunisce le imprese della meeting industry italiana) e le Onlus Banco Alimentare ed Equoevento, dona a enti caritatevoli, quali case famiglia, mense per i poveri e centri per i rifugiati, il cibo non consumato durante convention, congressi ed eventi; il progetto 4GoodFood di Costa Crociere, un programma integrato che va dalla revisione dei processi di preparazione dei piatti alla gestione delle eccedenze di cibo, e ha come obiettivo quello di ridurre gli sprechi alimentari del 50% a bordo delle navi Costa entro il 2020.

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