Stato dell’Ambiente: Italia stretta tra smog e urbanizzazione

Il ministero dell’Ambiente pubblica oggi il documento che riporta in maniera puntuale i principali indicatori ambientali del Paese

Stato dell'Ambiente

 

 

(Rinnovabili.it) – Rifiuti, smog, cattiva depurazione, ma anche perdita di risorse naturali, arretramento delle coste e aumento della desertificazione. Queste le criticità – vecchie e nuove – con cui l’Italia si trova oggi a fare i conti. A riassumerle è la Relazione sullo Stato dell’Ambiente, il documento che riporta in maniera puntuale i principali indicatori ambientali del Paese. Il rapporto, arriva a otto anni dalla precedente pubblicazione ed è stato trasmesso dal Ministero dell’Ambiente al Parlamento la scorsa settimana.

Il quadro complessivo è ancora una volta costituito da un mix di elementi d’orgoglio e problemi sistemici in cui confluiscono atavici ritardi e nuove emergenze.

 

“L’Italia che emerge da questa disamina è un Paese saldamente incardinato nel sistema di tutele ambientali definito dall’Unione europea, che è probabilmente il più attento e completo del mondo”, commenta il ministro Gian Luca Galletti in apertura della Relazione sullo Stato dell’Ambiente. “In questo ambito segniamo molti punti positivi, essendo gli unici fra i “grandi” d’Europa a non avere il nucleare come componente strategica (in alcuni casi assolutamente maggioritaria) del mix energetico. Siamo fra i sistemi-paese con la più alta efficienza energetica, abbiamo performance nelle rinnovabili che non solo ci pongono ai vertici del continente, ma ci collocano all’avanguardia a scala mondiale”.

 

Ma per ogni nota positiva esiste un punto debole, a partire da rifiuti e qualità dell’aria, dove la Commissione Europea continua di anno in anno a bacchettarci.

 

Le principali criticità nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente

1– La raccolta differenziata è ancora al di sotto dei limiti imposti dall’Unione europea (65%). Le discariche sembrano essere il nostro tallone d’Achille e non solo perché si ritagliano una fetta importante della gestione dei rifiuti: oggi, nonostante il divieto imposto dall’Articolo 7 del D.Lgs. 36/2003, i rifiuti allocati in discarica senza trattamento, ammontano a ben 1,1 milioni di tonnellate. (Leggi anche: Discariche illegali in Italia: arriva la seconda multa europea)

 

2 – Va male anche la qualità dell’aria: si continuano a registrare livelli atmosferici superiori agli obiettivi normativi per quanto riguarda il particolato atmosferico, il biossido di azoto e l’ozono. Particolare attenzione, spiega la relazione, merita anche il trend emissivo in crescita del benzo(a)pirene, un idrocarburo di cui è stata accertata la cancerogenicità e la cui fonte primaria è la combustione di materia organica (presente nei gas di scarico dei motori diesel e nei fumi prodotti dalla combustione di biomasse).

 

3– Il documento riporta anche le varie fonti di pressione sui corpi idrici, altra criticità dell’ambiente italiano. Nel dettaglio, l’inquinamento da fonti diffuse (agricoltura e zootecnia) risulta avere l’impatto maggiore sia per la risorsa idrica superficiale che per quella sotterranea. “È […] importante notare come la pressione puntuale – scarichi da impianti di depurazione – risulti la seconda pressione predominante per le acque superficiali, mentre i prelievi per uso agricolo rappresentino la seconda pressione per la risorsa idrica sotterranea”, si legge nel documento.

 

4 – Alle problematiche più note se ne aggiungono ora di “nuove”, come nel caso dell’urbanizzazione “La superficie urbana è in continuo aumento, anche in situazioni di stabilizzazione o decremento demografico”. La preoccupazione, riguarda in particolar modo gli effetti sui litorali, soprattutto a livello dell’Adriatico, presi d’assalto dal processo d’urbanizzazione mentre le coste arretrano progressivamente per la concomitante perdita di sedimenti in corrispondenza delle foci dei principali fiumi italiani. “Si evidenzia la perdita di risorse naturali e di servizi ecosistemici fondamentali per il nostro benessere e per l’equilibrio ambientale a scala locale e globale. Le trasformazioni dovute all’urbanizzazione, all’edificazione e alla costruzione di nuove reti infrastrutturali sembrerebbero, quindi, descrivere un processo ormai completamente scollegato dagli obiettivi di sviluppo sostenibile del territorio, che rimangono spesso semplici dichiarazioni d’intenti”.

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