Terre rare e metalli nobili: i primi risultati dell’E-Waste Lab

Il laboratorio è stato creato con lo scopo di sviluppare l’industria del riciclo verso la valorizzazione delle materie prime strategiche

(Rinnovabili.it) – Grazie ad un accordo congiunto tra il ReMedia, Politecnico di Milano, Regione Lombardia, Amsa, Stena e Assolombarda, sono stati presentati oggi (nell’ambito del convegno annuale “Hi Tech & Ambiente”) i primi risultati del laboratorio “E-Waste Lab”, “il progetto nato per lo sviluppo dell’industria del riciclo verso la valorizzazione di materie prime, come terre rare e metalli nobili”. Nel corso dell’appuntamento, diversi personaggi appartenenti al contesto aziendale, istituzionale e della ricerca, hanno quindi affrontato il problema “chiave” legato alle criticità di approvvigionamento e accessibilità dei metalli preziosi e delle terre rare in Italia e in Europa. Queste ultime “materie prime” in particolare, rappresentano buona parte della componentistica tecnologica dei moderni beni industriali e il loro recupero sta diventando sempre più strategico per la definizione delle future politiche economiche nazionali ed internazionali: basti pensare che oggi – secondo ReMedia – la produzione globale di terre rare è di circa 133.600 t/anno e la domanda globale potrebbe raggiungere 210.000 t/anno entro il 2015.

A partire da queste criticità è quindi nato l’E-Waste Lab, che ha l’obiettivo non solo di recuperare e riciclare i “metalli” dai RAEE, ma anche di orientare gli investimenti delle aziende coinvolte direttamente e indirettamente nella produzione e nel recupero dei “rifiuti elettronici” verso la progettazione di soluzioni tecnologiche e gestionali che facilitino il riciclo delle materie prime strategiche. “In una situazione di stagnazione economica come quella che stiamo vivendo – ha affermato Walter Rebosio, presidente di ReMedia – il settore del riciclo dei rifiuti tecnologici rappresenta una risorsa da coltivare, visto l’aumento della domanda di metalli preziosi e terre rare a cui l’Europa dovrà far fronte”. Secondo il direttore Generale di ReMedia, Danilo Bonato “se prendiamo ad esempio cellulari e pc, pari 2,3 milioni di pezzi raccolti in Italia nel 2011, ci accorgiamo che con le tecnologie esistenti il tasso di recupero dei materiali si attesta al 30%.

 

Articolo precedenteBuySmart: gli acquisti intelligenti sono green
Articolo successivoHydrovolts, l’idroelettrico è portatile