Ue, proposta di Legge per il riuso agricolo delle acque di scarto urbane

La Commissione ambiente ha approvato con 53 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astenuti, una bozza che fissa gli standard per il riuso agricolo delle acque di scolo urbane debitamente trattate.

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Una misura per combattere la siccità in regioni sensibili: entro il 2025 potremmo recuperare fino a 6,6 miliardi di m3 d’acqua

 

(Rinnovabili.it) – La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato una proposta di Legge per il riuso in agricoltura delle acque di scarto debitamente trattate. Una misura per combattere le crisi di siccità che negli ultimi anni hanno colpito alcune regioni sensibili dei Paesi membri: sono in Sicilia, per il 2017 è stato calcolato un danno agricolo di 2 miliardi di euro dovuto alla scarsezza di approvvigionamenti idrici.

 

Allo stato attuale, la proposta prevede il riuso delle acque di scarico urbane trattate per l’irrigazione di colture alimentari (biologiche o geneticamente modificate) e non alimentari. La Commissione europea deciderà se estendere il processo ad altri campi d’applicazione. Nel frattempo i singoli Paesi membri potranno decidere se utilizzare le acque recuperate anche per scopi ricreativi (ad es. in fontane, giochi d’acqua, etc.) o ambientali.

La proposta definisce gli standard qualitativi minimi per l’acqua recuperata da riutilizzare in campo agricolo e pone limiti per produttori e distributori oltre a uno studio di risk management.

 

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“Dobbiamo muoverci verso un’economia circolare anche per quel che riguarda il riuso dell’acqua – ha affermato Simona Bonafé, esponente PD al Parlamento europeo, tra i principali promotori della misura – Potenzialmente potremmo recuperare 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua entro il 2025, invece degli attuali 1,1 miliardi di m3 annui. Un investimento di ‘soli’ 700 milioni di euro ci permetterebbe di riusare per l’irrigazione oltre metà dell’attuale volume di acqua proveniente dagli impianti europei di trattamento delle acque, evitando così più del 5% di estrazioni dirette dalle falde nel sottosuolo”.

La palla ora passa al Parlamento europeo che discuterà la messa in atto della proposta di Legge nella prossima seduta plenaria tra l’11 e il 14 febbraio a Strasburgo.

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